Aldo Forbice (“per i comunisti è stata un’apocalisse” Giornale di Sicilia 10 giugno 2009) esulta per la scomparsa dei partiti con falce e martello dal parlamento europeo.
Andrebbe subito precisato che ciò è vero solo per la delegazione italiana (grazie ad una legge che ha mutato il sistema di voto con la campagna elettorale già in corso) e che comunisti e sinistra alternativa saranno assai ben rappresentati, grazie a seggi e consensi notevoli dovunque, a partire da Francia, Germania, Repubblica Ceca, Portogallo e Grecia.
Per quanto riguarda l’Italia ognuno si rallegri a proprio piacimento ma, quando si scrive per un pubblico numeroso, si dovrebbe sentire l’obbligo di confrontarsi seriamente con la storia nazionale e non di produrre solo contumelie.
Forse è il caso di ricordare che i comunisti si sono conquistati un posto nella storia d’Italia come principale forza antifascista, pagando un prezzo altissimo nel ventennio e nella lotta di liberazione. La costituzione italiana reca la firma di un comunista, Umberto Terracini.
Inoltre, visto che Forbice scrive su giornale siciliano, è opportuno sottolineare quanto grande sia stato il contributo alla lotta alla mafia, in questa terra, dei comunisti; da Portella della ginestra a Pio la Torre.
Il punto cruciale dell’articolo di Forbice non sono, però, i suoi discutibilissimi riferimenti storici ma la sua motivazione: perché oggi si manifesta un anticomunismo così violento?
Un antico riflesso di odio contro una forza storica che è sembrata capace di sfidare i privilegi? Certamente sì, ma anche, e soprattutto, l’inquietudine nervosa verso un pensiero critico che ha visto clamorosamente confermate le sue tesi dall’esplosione della crisi economica mondiale.
Nonostante le grandi difficoltà del momento, che certo non neghiamo, le ragioni del movimento comunista ed anticapitalista sono ben lontane dall’essere archiviate.
Luca Cangemi
Segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista