Dichiarazione di Luca Cangemi (Segr. regionale Rifondazione Comunista),
Salvatore Petrucci (Segr. regionale Partito dei Comunisti Italiani),
Concetto Scivoletto (Coord. regionale Socialismo 2000)
Eravamo consapevoli che il regime instaurato da Berlusconi e dal suo governo è di carattere autoritario, irriguardoso delle regole costituzionali, arrogante nel suo modo di procedere. Sapevamo che nel centrodestra attuale si rispecchia una parte di gente alla quale viene la pelle d’oca al sentire solo pronunciare la parola “regola”, senza la quale però non può esserci società, organizzata, civile e pacifica. Il bersusconismo produce la morte del diritto perché non tollera norme, il rispetto dell’altrui diritto che interessa anche aspetti fondamentali, elementari del vivere civile.
Per scantonare dall’impatto con l’ordinamento giuridico formale, la cui norma fondamentale è la Costituzione repubblicana, il governo Berlusconi sta creando un altro ordinamento, un altro corpo di leggi ad usum principis e della sua corte, della casta che ha saputo plasmare intorno a sé. Il decreto salva liste si colloca in un tale ordinamento illegale, perché costituzionalmente illegittimo, che sta uccidendo la libertà, l’ordine democratico, le funzioni stesse di uno Stato moderno.
Il regime invoca il presupposto che non si possono lasciare fuori dalla competizione elettorale liste che rappresentano tantissimi cittadini: liste non ammesse per negligenze che sono attribuibili esclusivamente alla incapacità dei loro rappresentanti.
Pensiamo allora a quei milioni di cittadini e di cittadine che non hanno rappresentanza istituzionale, non per colpa loro, ma per il caparbio disegno di limitare il diritto a concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale, previsto dall’art. 49 della Costituzione: sciagurato obiettivo raggiunto con la complicità di altre forze politiche che stanno fuori dal governo e che credevano, e ritengono negoziabili alcuni principi, alcuni valori che pur sono in aperto contrasto con la cultura eversiva propria dell’attuale centrodestra. Pensiamo a tutti quei cittadini torturati da mille adempimenti burocratici, spesso illogici ed inutili, che se sbagliano vengono sanzionati e minacciati di esproprio dei loro beni: cartelle esattoriali pazze, dimenticanza di apposizione del codice fiscale, mancata timbratura di biglietti ferroviari, quando si trovano, mancata esposizione di grattini, ritardi nella concessione di autorizzazioni da parte delle amministrazioni, diniego di giustizia, esosi costi di beni e servizi essenziali privatizzati che spesso non vengono addirittura forniti con la giusta regolarità. Scopo di tante torture è anche quello evidente di far cassa, di recuperare risorse che però spesso vengono dilapidate se non rubate.
Di fronte alla negazione del diritto che questo governo perpetra in continuazione, occorre un sussulto civile, un moto di civica dignità.
Stretti alla Costituzione repubblicana delle libertà, dei diritti, dell’eguaglianza ci mobilitiamo ed invitiamo ad una generale pacifica partecipazione in tutte le città dell’Isola.