Questo documento, elaborato dalla segreteria regionale, raccoglie le indicazioni emerse nel corso dell’attivo regionale dell’8 Gennaio tenutosi a S. Cataldo.
Il Prc/Fds ritiene necessario caratterizzare la propria presenza alle elezioni amministrative di primavera sul versante dell’opposizione alle politiche liberiste del governo Monti, che si muovono in totale continuità con i provvedimenti deliberati da Berlusconi e Tremonti.
Le misure di macelleria sociale , con l’attacco alle pensioni,la reintroduzione dell’Ici sulla prima casa,l’aumento dell’Iva, la proposta di cancellare l’art.18 e la contrattazione nazionale, di tagliare la cassa integrazione,sono aggravate dalla contrazione dei trasferimenti alle regioni e agli enti locali, che non saranno più in grado di garantire servizi primari fondamentali, dalla scuola alla sanità all’assistenza. Inoltre la conferma del patto di stabilità e la modifica dell’art. 41 della costituzione determinano un aggravamento delle condizioni di vita dei cittadini, in quanto impediscono il rilancio dell’intervento pubblico e gli investimenti a favore dell’occupazione e della tutela del welfare.
E’ preoccupante che tutto ciò avvenga con il concorso di gran parte delle forze presenti nel parlamento italiano, ad esclusione dell’ IdV, in un contesto che prefigura la riproposizione peggiorata dei patti di unità nazionale e la dislocazione in prospettiva del Pd su posizioni tendenzialmente neocentriste e di accordo politico con le forze moderate legate alla Confindustria e al Vaticano.
 
In Sicilia questo processo, in atto da tempo, si è concretizzato con la formazione della maggioranza che sostiene Lombardo e che si regge sull’accordo tra il Pd e le forze del terzo polo che alle elezioni regionali erano alleate con il Pdl, nella coalizione di centrodestra.
La rottura della coalizione di centrodestra, e l’operazione trasformista guidata da Lombardo, nasce per favorire i processi di riorganizzazione amministrativa e di ristrutturazione della spesa pubblica, resi necessari dall’esplosione della crisi economica e dalla contrazione della disponibilità delle risorse pubbliche, e per renderli funzionali al rilancio dell’accumulazione che tende sempre più a concretizzarsi nell’intreccio tra economia legale ed illegale.
Nonostante i roboanti proclami, il laboratorio autonomista si è caratterizzato nella moltiplicazione dei provvedimenti clientelari e assistenziali, nell’adozione di politiche energetiche inquinanti, nella cementificazione, nei tagli dei posti letto e dei presidi ospedalieri, nell’inconsistenza degli interventi per l’istruzione pubblica e la formazione professionale, nell’assenza di azioni di contrasto alla crisi che sta travolgendo le produzioni agricole e industriali,dalla Fiat di Termini ai Cantieri navali di Palermo e Trapani. Mentre, a fronte del dissesto idrogeologico che ha colpito le popolazioni del messinese così come di numerosi centri dell’isola, sono stati assicurati il finanziamento del Ponte sullo Stretto e la realizzazione del MUOStro di Niscemi.
A fronte del disagio sociale che investe larghissimi settori della popolazione siciliana, Lombardo e il centrodestra cercano di strumentalizzare il movimento dei forconi e degli autrasportatori, cavalcandone le rivendicazioni, solo parzialmente condivisibili, contro il governo Monti.
Al tentativo di costruire un blocco sociale neocorporativo e politicamente orientato su posizioni neoleghiste, non possiamo rispondere solo con la presa di distanza, comunque necessaria per le infiltrazioni mafiose e le pratiche violente che le caratterizza, dalla filosofia e dai gruppi dirigenti del movimento forconista.
Le misure liberiste di Monti e le politiche comunitarie colpiscono oggettivamente l’agricoltura meridionale così come i settori meno protetti dell’autotrasporto e del lavoro autonomo,producendo nel contempo nuove ulteriori occasioni e forme di concentrazione capitalistica nelle campagne e nel settore della mobilità, mentre cancellano la funzione pubblica e di servizio dei trasporti.
Va rilanciato pertanto il lavoro di inchiesta sociale sulla condizione reale di vita e di lavoro dei soggetti che compongono la filiera agroalimentare, come condizione per la costruzione di relazioni politiche e di piattaforme programmatiche alternative, anticapitalistiche e antiliberiste, che rompano il gioco di Monti e della Confindustria da un lato e quello di Lombardo, Miccichè,Richichi e Morsello/Ferro dall’altro. Occorre lavorare per dare risposte alle domande di occupazione e di reddito sociale poste dai braccianti, dai forestali, dai precari, dai piccoli e medi agricoltori, come pure dal bisogno di tutele avanzate dal mondo del lavoro artigiano e autonomo sui quali vengono scaricati i costi della ristrutturazione capitalistica e del cosiddetto risanamento finanziario degli stati.
 
Contro il patto consociativo di unità autonomistica, sostenuto con convinzione dai nuovi Cavalieri del Lavoro , il Prc/Fds ha messo in campo,assieme alla presenza sui fronti di lotta a difesa dei diritti dei lavoratori e dell’interesse generale delle comunità nei territori, la proposta di unità a sinistra, per costruire le condizioni del cambiamento e dell’ alternativa.
A partire da questi intendimenti, proponiamo a Idv, Sel e Verdi la formazione di liste unitarie, non solo per superare lo sbarramento del 5%, ma con la piena convinzione che occorra andare oltre le vecchie e perdenti logiche frontiste, e che è necessario mettere in campo invece una forza d’urto in grado di incidere sulle politiche generali, avendo come riferimento i temi che hanno portato al successo dei referendum di Giugno sull’acqua bene pubblico, contro il nucleare, per la legalità. Una scommessa, che possiamo definire come “costituente dei beni comuni”, da assumere con i comitati referendari, il mondo del pacifismo,dell’associazionismo e del volontariato, i comitati di lotta per la casa, per i saperi,per la tutela dell’ambiente,contro il precariato. Una scelta contro la frammentazione e i rischi dell’autoreferenzialità , capace di vincere concretamente, a partire dai contenuti programmatici, la sfida del voto utile.
Il Prc/Fds non è stato indifferente al referendum promosso e imposto da alcuni settori del Pd ai loro gruppi dirigenti sul sostegno a Lombardo, e auspica il successo delle posizioni che, senza ambiguità governiste, sostengono da tempo la fine di questa sciagurata esperienza. Preoccupa pertanto la decisione di rinviarlo a dopo le elezioni amministrative, con il chiaro intento di salvare il governo Lombardo, di allargare le alleanze con il terzo polo nei municipi, di annullarlo definitivamente. In tale contesto va denunciata l’operazione messa in campo a Palermo attorno a Ferrandelli. Si conferma ancora una volta la natura demagogica, mistificatrice e falsamente partecipativa delle primarie di Palermo e il tentativo delle classi dirigenti che sostengono il governo regionale di usarle per portare a compimento un’operazione di chiaro segno trasformista.
Vogliamo costruire coalizioni di sinistra/centrosinistra alle elezioni di primavera, con lo sguardo rivolto anche all’appuntamento delle regionali del 2013, escludendo qualsiasi alleanza con forze e personaggi del terzo polo, sia al primo che al secondo turno, fondandole sulla pubblicizzazione dei servizi pubblici, dall’acqua ai rifiuti ai trasporti al welfare, di valorizzazione della qualità della vita, di recupero dei centri storici e delle borgate storiche ed il rilancio dell’edilizia economica e popolare mediante il restauro del patrimonio edilizio esistente a partire da quello confiscato ai mafiosi, di estensione delle ztl e delle aree pedonalizzate, su processi di democrazia partecipativa, di tutela dei diritti di tutte/i, delle fasce sociali più deboli e dei migranti,a cominciare dal riconoscimento dello “ius soli”, su politiche del lavoro che rifiutino il “modello Pomigliano”. Di conseguenza, lanciamo l’invito ad aderire alla Rete dei Comuni per il Bene Comune, che si costituisce a Napoli il 27/1/2012.
Intendiamo fare vivere queste istanze nel vivo del conflitto sociale e delle lotte che evidenziano la drammatica condizione del lavoro dipendente. Rifondazione Comunista- FdS siciliana , perciò, scende in piazza per lo sciopero generale del indetto dalle organizzazioni di base per il 27 gennaio, e lavora alla massima riuscita della manifestazione indetta dalla Fiom Cgil per l’11 febbraio 2012.
Il PRC-FdS Sicilia è impegnato per organizzare alcuni eventi regionali unitari, come Federazione della Sinistra: a Messina, con al centro la vertenza per la difesa dei posti di lavoro nel settore dei trasporti pubblici, e la battaglia per la messa in sicurezza dei territori colpiti dal dissesto idrogeologico, da finanziare con le risorse destinate al Ponte sullo Stretto; a Palermo, contro le politiche di Monti e di Lombardo, per il rilancio della cantieristica e delle produzioni industriali, contro il precariato, per la democrazia partecipativa; in Sicilia orientale in difesa del reddito dei produttori e dei diritti dei braccianti.
Palermo 25/1/2012
 
La segreteria regionale del Prc/FdS
A. Marotta, M. Cosentino, C. Giordano, M. Giordano,
S. Morsellino, V. Torregrossa, B.Fazzese.