È accaduto tutto il novembre scorso quando il sindaco di Enna, Paolo Garofalo, durante la conferenza stampa delle celebrazioni marinare, ha dichiarato di voler spostare la statua di Giuseppe Mazzini, che attualmente si trova nel centro storico, in Piazza Europa. Al suo posto avrebbe collocato la statua della patrona Maria SS. Della Visitazione. Carmelo Albanese, dirigente siciliano del Partito della Rifondazione Comunista, è tra i fondatori del movimento “Enna città laica”, che si oppone a questo cambiamento già annunciato.
 
Da quanto tempo va avanti questa protesta?
Il movimento è sorto inizialmente su facebook, con lo scopo di raccogliere l’indignazione del maggior numero di persone. Ancora oggi, la pagina (Enna città laica. Mazzini resti dov’è) è il centro di raccordo delle nostre iniziative; tuttavia, all’inizio del mese di febbraio siamo voluti uscire “dal virtuale”; così abbiamo convocato una assemblea pubblica nei locali della Camera del Lavoro. L’incontro è stato estremamente partecipato, ragion per cui in quella sede abbiamo deciso di costituirci nel Comitato “Enna città laica” e di iniziare ad organizzare delle iniziative concrete.
Credo che abbiate avuto parecchi dissensi per questa vostra iniziativa. Come ha reagito la comunità ennese?
Beh, le adesioni alla pagina facebook del comitato sono 650: un numero che giudico altissimo, considerato che il tema che solleviamo insiste su una questione cittadina. Il nostro merito principale è stato quello di essere riusciti a far discutere i cittadini, per la prima volta dopo tanti anni, di questioni politiche, senza che in mezzo vi fossero scadenze elettorali. Oltre che “merito”, questo è stato anche il nostro principale punto di forza rispetto agli attacchi che qualcuno, soprattutto nelle fasi iniziali di questa contesa, ci muoveva, Sindaco compreso. Non è un caso, del resto, che certe accuse vergognose, come quella di voler strumentalizzare una sciocchezza, siano morte sul nascere. Abbiamo dimostrato, infatti, che le associazioni e i partiti non per tutti sono comitati elettorali utili solo a raccogliere nomi da presentare alle elezioni, ma soggetti di diritto che fanno principalmente società, che intessono relazioni, che creano partecipazione democratica. Certo, una fetta della popolazione, per le più svariate motivazioni, mostra di essere d’accordo al cambiamento. Credo che gruppi sorti recentemente su facebook dichiaratamente in opposizione al nostro movimento, quali “ENNA CITTA ‘ MARIANA” e “Una stele x maria ss della visitazione Enna”, non solo rischino di esasperare il clima ma, in generale, non fanno del bene al movimento cattolico poiché nei fatti offendono tutti quei credenti che sinceramente e con grande devozione si apprestano a celebrare il 600°.
Il 24 marzo c’è stata la raccolta delle firme. Come è andata?
È andata benissimo, visto che in poche ore abbiamo superato le 300 adesioni. Stesso straordinario risultato hanno ottenuto poi i banchetti del 27 e del 28: in entrambi, infatti, ne abbiamo raccolte 200. La gente vuole partecipare, prendere la parola, e questo è un bene, dovrebbe comprenderlo secondo noi anche l’Amministrazione Comunale. Comunque abbiamo già diverse iniziative ormai pronte per essere attivate, mentre  altre sono in cantiere. Cito, solo per fornire un esempio, le video-interviste ai consiglieri comunali e ai parlamentari della provincia di Enna, il cui montaggio è ormai quasi completato. La prima verrà fatta probabilmente entro i primi quindici giorni di aprile e alla proiezione dovrebbe seguire un dibattito pubblico su “laicità, democrazia e partecipazione” cui abbiamo intenzione di invitare tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale, confidando ovviamente nella loro disponibilità al confronto.
Qual è il vostro fine?
Noi ci opponiamo, innanzitutto, alla sostituzione del monumento a Mazzini con una statua della Madonna e al relativo cambio di denominazione della piazza. Tuttavia per noi il punto non è di tipo religioso. Siamo contrari in generale ad un mutamento di denominazione che non sia attinente al moto risorgimentale perché, a nostro avviso, quella piazza custodisce l’adesione della popolazione ennese agli ideali di democrazia, laicità, libertà ed eguaglianza che costituirono l’humus del Risorgimento. Altro che “restituire alla comunità religiosa”, come dice il Sindaco. Piazza Mazzini è degli ennesi, di tutti gli ennesi, laici, credenti e non, atei e agnostici. Infatti, già intitolata a Giuseppe Garibaldi nel 1862, il 1 maggio 1950, nel clima di fervore per l’abbattimento della dittatura fascista del secondo dopoguerra, il Consiglio Comunale all’unanimità decise di dedicare quella piazza a Giuseppe Mazzini, il maggior pensatore del repubblicanesimo. Questa scelta, del resto, rifletteva la volontà di tutti i cittadini e di tutte le cittadine che volontariamente contribuirono in modo cospicuo ed estremamente generoso alle spese per la costruzione della statua stessa. Quel desiderio noi vogliamo che venga rispettato e crediamo che a decidere sul futuro della piazza debba essere il Consiglio, non certo, con una decisione monocratica, il Sindaco.
Di Caterina Tipa su Lo Schiaffo del 03/04/2012