Esprimiamo la nostra solidarietà alla donna di Campobello di Mazara violentata da quattro vili, che facciamo fatica a definire uomini, e che ha avuto il coraggio e la forza di denunciare prontamente l’accaduto.

Le storie di #violenzadigenere sono purtroppo all’ordine del giorno e molto spesso la narrazione che se ne fa è profondamente errata: si parla di goliardia e ragazzate, di raptus, di “brave persone” che mai si penserebbe possano compiere atti di una tale inumanità.

Eppure non è così, non esistono casi isolati: la #violenzasulledonne è un fatto sistemico, il cui mandante è il #patriarcato e il cui strumento è la cosiddetta #rapeculture (“cultura dello stupro”), ovvero quel sistema piramidale di comportamenti in cui quelli alla base sorreggono e legittimano quelli che si trovano in cima – in un’escalation che va dai semplici atteggiamenti sessisti quotidiani a #catcalling, condivisione non consensuale di materiale intimo, #revengeporn, #minacce, #victimblaming, per arrivare poi a forme più gravi come lo stupro e/o l’uccisione.

Questa spirale non va assolutamente alimentata e va combattuta con una educazione ad una contro-cultura che sia realmente paritaria.

Ad oggi i dati ISTAT ci dicono che le donne che subiscono violenza sono ancora troppe, e che invece quelle che denunciano sono troppo poche. Le donne che decidono di denunciare infatti spesso non vengono credute e non sono ancora abbastanza tutelate. Ecco perché è importante sostenere anche collettivamente tutte quelle donne che decidono di farlo: qualsiasi donna che decida di farsi avanti e denunciare non può e non deve sentirsi sola.

Alessia Papavero, PRC – commissione questioni di genere Marsala

Davide Licari, PRC – federazione di Trapani