Dopo le dichiarazioni di Saviano sui fatti di Roma, adesso tocca a Noi. Una risposta è assolutamente doverosa.
Nessuno mette in discussione “Gomorra” ed il valore che l’opera porta con sè, nello svelare le pratiche criminali adottate dalla camorra nel nostro paese.
Ma detto questo, alcune considerazioni sono necessarie.
Da dove iniziare? Semplice, iniziamo da..Noi.
Il movimento, caro Saviano, non è formato da nostalgici e da giovani che vogliono emulare le lotte del ’77 come tu pensi.
Il movimento è formato da giovani e studenti che provengono da tutte le parti di Italia, molti di questi estranei alle logiche della politica e dei partiti (se scorri l’elenco degli arrestati, forse, capirai..).
Gli slogan che tu hai tanto criticato non sono slogan campati in aria, ma rappresentano alla perfezione l’attuale realtà sociale ed economica del Paese, alla quale forse tu, che pubblichi i tuoi libri con Mondadori, non sei più abituato.
Quei “50, 60 imbecilli” cui poco carinamente ti riferisci, in realtà erano diverse centinaia di persone, adirate contro una politica del malaffare e della corruzione,e mi stupisce che tu, che ti ergi a paladino della Giustizia, preferisca evidenziare un cassonetto ribaltato, piuttosto che una squallida, illegale e mortificante compravendita di parlamentari.
Come incanalare la rabbia che anche tu avrai notato? Parli di speranza: certo, dalle colonne di un giornale anche noi ci riusciremmo. Vai a fare un giro per lo stabilimento FIAT di Termini Imerese o di Pomigliano, e convinci gli operai che il loro contratto lo rinnoveranno con la Speranza.
Sai che risate.
Oppure parla con qualche studente fuori sede: 24 ore divise tra lavoro e studio. Migliaia di euro pagati in tasse universitarie per poi scoprire che il corso di studi è stato cancellato. Vai, caro Saviano, spiega anche a loro che riusciranno a garantirsi un futuro, con la Speranza.
O ancora, parla con il ragazzo pestato da 8 finanzieri: convincilo, se ci riesci, che gli agenti che lo hanno pestato sono brav’ uomini sottopagati.
Nella tua lettera parli di “strategia della tensione”, attribuendola ad un manipolo di manifestanti incappucciati.
Errore. La strategia della tensione viene portata avanti da logiche repressive che hanno infuocato gli animi.
Lo sai che a Palermo, per un volantinaggio antifascista si può essere pestati ed arrestati? Lo sai questo? A quanto pare no. Ma è così, è questa la realtà.
Nessuno di noi, come da te riferito, si sente il subcomandante Marcos. Se qualcuno del movimento si copre il volto è perchè oggi è diventato pericoloso anche esprimere la propria opinione o è diventato pericoloso anche distribuire un volantino antifascista.
Hai riportato l’esempio dei Book block come modello di protesta ideale. Caro Saviano, guarda bene:
anche quei nostri colleghi avevano i caschi ed il volto coperto. O fai finta di non vederlo?
Nessuno di Noi sfila coprendosi e nascondendosi: SIAMO QUI CON LA LUCE IN FACCIA E LA SCHIENA DIRITTA come piace a te. Guardaci negli occhi e scoprirai studenti, non pericolosi militanti di qualche formazione terroristica.
NON CI VERGOGNIAMO DI QUELLO CHE FACCIAMO ed anzi, lo facciamo col sorriso sulle labbra.
Forse, come dici tu, un uovo sulla porta del parlamento non cambierà la situazione.
Ma di parole ne sono state spese tante, troppe. E’ ora di cambiare.
Non vedi cosa sta succedendo nel mondo? In Inghilterra hanno assaltato le sedi istituzionali, in Francia fanno le barricate nel pieno centro di Parigi, in Germania monta la protesta, In Grecia il movimento ha prodotto conflittualità ed azioni..e tu preferisci pensare che qui, 4 giovanotti vogliono emulare Autonomia Operaia?
I bancomat assaltati sono l’emblema della crisi e della sfiducia della popolazione, non di un solo manipolo di manifestanti, nei confronti di un sistema destinato al fallimento. E perchè mai dovremmo andare a picco Noi per gli interessi di 4 banchieri?
Bhè, in effetti come dici tu, c’è la speranza. Per favore, non fateci ridere.
pubblicata dal Collettivo Carlo Giuliani sabato 18 dicembre 2010.