Con riferimento alla proposta governativa di abolizione dei Consigli e della Giunta dei Comuni inferiori a 1.000 abitanti che riguarda 31 Comuni della Sicilia di cui 23 ricadenti nella Provincia di Messina, il Partito della Rifondazione Comunista rileva che la proposta motivata con le ragioni di risparmio, è in realtà insignificante sotto il profilo economico, ma comporta la distruzione del diritto di rappresentanza e quindi all’esistenza dei Comuni, in particolare dei Comuni montani, con una inaccettabile, unanimemente intollerabile abolizione dei diritti fondamentali delle popolazioni dei Comuni della nostra provincia.
Considerato anche che il costo massimo degli amministratori sotto i mille abitanti mediamente non supera i 10.000 euro l’anno, in quanto la maggior parte degli amministratori non percepisce alcun compenso per l’attività del sindaco e degli assessori che svolgono pertanto, assieme al Consiglio, una funzione di assoluto e indispensabile volontariato istituzionale.
Chiudere un Comune vuol dire spegnere un presidio sul territorio, annientare una risorsa di controllo e di mantenimento del territorio e dei nuclei abitativi che svolgono una importante ed insostituibile azione di salvaguardia ma di questo ce ne ricordiamo solo durante le alluvioni o gli incendi boschivi.
Oltre alla perdita di tradizioni, di storia, di cultura dalla quale invece dovremmo trarre insegnamento per il futuro e preservare con cura. Un presidio sul territorio costituisce uno fondamentale riferimento identitario ed una concreta condizione di tenuta e coesione della comunità locale.
E’ vero, ci sono Comuni con meno di 100 abitanti e molti altri con meno 500 e su questi condividiamo che sia opportuno fare degli interventi, ma non di chiusura, ma di una gestione diversa delle risorse e dei servizi. Allora, non solo a parole, ma con fatti concreti, attraverso leggi e finanziamenti, occorre promuovere l’esercizio delle Convenzioni o delle Unioni per far sì che nascano le gestioni associate..
Certo, più semplice sarebbe riunire tutti sulla costa, attorno alle principali arterie stradali e così sarebbe più semplice e meno oneroso affrontare i problemi della sanità, dei trasporti, delle scuole, e tutti gli altri servizi.
Si otterrebbe con facilità un risparmio economico, ma fino a quando le attuali risorse non saranno più sufficienti ed allora occorrerà di nuovo tagliare.
Pertanto Rifondazione Comunista ribadisce che la strada non è quella di tagliare solo i costi ma di costruire un percorso virtuoso, una nuova politica dell’amministrazione pubblica; certo è un percorso più difficile, più impegnativo, ma purtroppo questo “Governo” preferisce agire in modo demagogico su Province e piccoli Comuni, fermandosi al solo parametro numerico”
Maurizio Fazio
Responsabile Provinciale Enti Locali P.R.C.