Ogni anno nel mondo si celebra, il 20 giugno, la “Giornata del rifugiato”, nata undici anni fa per iniziativa dell’UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) come momento di riflessione sulle difficili scelte che un rifugiato è spesso costretto a fare nel corso della propria vita alla ricerca di protezione.
Per queste ragioni: “Il centro accoglienza migranti di Mineo va chiuso al più presto perché si è rivelata la più grossa presa in giro perpetrata ai danni dei richiedenti asilo e della stessa popolazione locale”. Non ha dubbi il sindaco di Palagonia, Valerio Marletta, che rincara la dose.
“Questa operazione, voluta con forza dal ministro Maroni, rappresenta ormai da due anni una palese speculazione che ha solo messo in moto, portandola a regime, la macchina affaristico clientelare delle emergenze, che tante vergogne a prodotto nel nostro paese”.
“Niente a che vedere con la solidarietà – continua il primo cittadino – solo una gestione speculare di una struttura che sorge in una zona isolata e che può essere paragonata ad un ghetto dove i migranti, chiedenti asilo, vivono come detenuti senza alcun contatto con la popolazione locale”.
“A complicare le cose – sostiene il sindaco – ci si mette anche la burocrazia, perché da mesi la situazione si è praticamente bloccata nell’incertezza dei tempi di definizione delle domande di asilo e la Commissione territoriale ha tempi “elefantiaci” anche per le richieste di soggiorno”.
L’amministrazione comunale di Palagonia – dice ancora il primo cittadino – si schiererà in tutte le sedi contro questa politica che devia ingenti flussi di denaro pubblico su una struttura che dopo la partenza degli americani non avrebbe trovato migliore remunerativa collocazione”.
“Come cittadini – conclude Marletta – ci teniamo a sottolineare inoltre, che siamo ampiamente favorevoli a iniziative VERE di aiuto e sussidiarietà, valori questi che stanno alla base di ogni convivenza civile, ma riteniamo la soluzione del centro accoglienza di Mineo, sbagliata, contraddittoria e oltretutto, non coerente con i principi fondamentali della solidarietà fra i popoli”.