su livesicilia.it del 13 maggio 2014
Sangilles corre con una lista dove trovano spazio Sel, Rifondazione Comunista e Azione Civile, gli stessi animatori della lista Tsipras di cui l’altra Aci richiama il nome e i princìpi.
ACI CASTELLO- Servizi pubblici, partecipazione, solidarietà sociale: l’Altra Aci di Mario Sangilles. La sede del comitato elettorale si trova nella storica sezione “Pio La Torre” del Pci a pochi passi dal circolo del partito democratico castellese. C’è una porta interna che divide i due comitati, storia di un divorzio politico che si ripropone per le amministrative. Il motivo è presto spiegato. “Quando tutto viene posto sul piano degli incarichi da ripartire, senza avere mai confrontato i programmi, ci troviamo davanti a una logica da vecchia politica”, spiega il candidato sindaco Sangilles, che corre con una lista dove trovano spazio Sel, Rifondazione Comunista e Azione Civile. Gli stessi animatori della lista Tsipras di cui l’altra Aci richiama il nome e i princìpi. Il volto dell’altra Aci Castello è un paese a cementificazione zero, che recupera beni sottratti alla mafia e li rende pubblici, in grado di coinvolgere i cittadini nelle scelte finanziarie del Comune.
Un giudizio sull’operato del sindaco Drago?
Il giudizio su Drago dovrebbero darlo i cittadini di Aci Castello, chi meglio di loro? Da giudicare non c’è soltanto Drago, ma un sistema. Mi risulta che da vent’anni diciassette consiglieri, a vario titolo, sono sempre nella stessa amministrazione. Quando vengono riproposti gli stessi programmi di cinque anni fa viene spontaneo chiedere: “Cosa avete fatto finora?
L’Altra Aci, quella che immaginate, com’è?
Il nostro è un progetto di respiro europeo. Ci siamo resi conto che una certa area, sensibile a determinate tematiche come lavoro e welfare che non ha riscontri a livello nazionale, ha bisogno di consorziarsi. Il progetto ricalca quello europeo di Tsipras. Il rispetto dell’ambiente, la trasparenza dei bilanci sono due dei punti cardine del nostro programma. Vogliamo soprattutto cercare di sfruttare le risorse che ci vengono date dall’Europa. In questi anni abbiamo assistito al depauperamento dei fondi destinati alla Sicilia, poi restituiti perché è mancata la progettualità degli investimenti. Un altro punto cardine del nostro programma è di istituire uno sportello di consulenza gestito dai giovani che prevede, oltre al momento della progettazione, l’intercettazione dei fondi e l’applicazione sul territorio.
Perché non vi siete alleati con il Pd?
Non ci siamo sentiti coinvolti. Quando tutto viene posto sul piano degli incarichi da ripartire, senza avere mai confrontato per un attimo i programmi, ci troviamo davanti a una logica da vecchia politica. Noi vogliamo porci in maniera diversa e alternativa per questo abbiamo detto di no. Parliamo un po’ del paese. Come si risolve l’annosa questione del lungo mare della discordia? Mi riferisco all’attraversamento del lido dei Ciclopi. Parto sempre dal presupposto che una criticità a volte può tramutarsi in opportunità. Si potrebbero coniugare tante situazioni, quella occupazionale può coesistere con quella funzionale. Far sì che le cose possano anche coesistere e trasformare un bene sequestrato alla mafia in quella che potrebbe essere una terrazza sul mare. La soluzione sarebbe salvaguardare il lavoro e rendere l’opera più funzionale. Ma soprattutto, tenuto conto che parliamo di un bene sequestrato alla mafia, sarebbe bello renderlo pubblico nel vero senso della parola.
Che mi dice delle criticità relative alla rete fognaria?
Secondo me il progetto del collettore di Pantano D’Arci sta ad Aci Castello come il ponte sullo stretto sta a Messina. Il progetto presenta problemi di natura oggettiva e strutturale. Non basta scoprirlo durante i lavori, perché nel momento in cui concedi un appalto paghi anche una penalità qualora dovessi recedere dall’appalto come sta accadendo con il ponte di Messina. Oggi dismettere un progetto, che non si realizzerà mai, forse costa tanto quanto doverlo realizzare. E’ assurdo tenuto conto che esistono vari sistemi alternativi, meno costosi e rispettosi dell’ambiente.
Il Prg è in scadenza. Quali interventi si possono mettere in campo?
Va da sé che una scadenza amministrativa può diventare un’opportunità per apportare delle correzioni. Noi siamo per la cementificazione zero e il recupero delle strutture già esistenti (possibilmente mettendo in moto un settore in crisi come quello edile).
Quali strumenti si possono mettere in campo per risanare le casse comunale e rilanciare l’economia?
Dobbiamo inventarci qualcosa noi. Il discorso dello sportello di consulenza per quanto riguarda finanziamenti europei e progetti per i giovani vuole essere una sorta di pungolo. Faccio un esempio: la formazione professionale. In potenza il sistema dovrebbe funzionare così: attingere alle risorse umane del territorio e creare un circuito che colloca giovani e inoccupati nel mondo del lavoro. Invece, da noi, la formazione è stata sempre fonte di finanziamenti indiretti alle campagne elettorali dei politici. Si tratta spesso di corsi che non hanno nessun aggancio al settore produttivo. Non si realizza una catena virtuosa con il mondo del lavoro e l’università. Le scuole, inoltre, vengono spesso affidate a privati senza scrupoli e si fanno arrivare dei finanziamenti per avere in cambio un ritorno in termini economici dal politico di turno. Uno dei motivi per cui non si intercettano i fondi europei è che questi prevedono un controllo molto serrato. Una struttura pubblica, invece, può fare da volano alla ripresa e all’occupazione.
Ci sono poi provvedimenti a costo zero come il registro delle unioni civili. Voi lo avete inserito nel programma.
E’ un segnale di civiltà molto importante, è un provvedimento equo e giusto.
Uno dei temi che vi sta più a cuore riguarda la raccolta dei rifiuti. Come si può intervenire?
Ad Aci Castello la gestione del servizio raccolta rifiuti ha dei costi esorbitanti. Leggo di comuni come Novara che ne hanno fatto una fonte di ritorno economico. Ci sarà pure un motivo per cui la Germania chiede la nostra spazzatura. Noi, invece, preferiamo considerala una spesa concorrente e non la prendiamo in considerazione come una fonte reddituale. E’ una questione di mentalità. Lo stesso vale per il bilancio. Il comune di Aci Castello ha approvato il consuntivo del 2012 due mesi fa. Non funziona così. Un bilancio lo si fa preventivo a ottobre 2014 per il 2015. Qui si chiude oggi il bilancio di due anni fa. Si va avanti a tentoni con il sistema dei dodicesimi. Questa gestione paralizza tutto e penalizza la trasparenza.
Al Comune si fa spesso ricorso a consulenze esterne. Come mai?
Questo bisogna chiederlo al sindaco Drago. Noi vogliamo che qualsiasi spesa corrente venga messa in rete.
Passiamo al sistema idrico comunale. Come va gestito, ed eventualmente rimodulato, il rapporto con la Casalotto?
Il rapporto con la Casalotto va rimodulato. Noi siamo per l’acqua pubblica. Credo che sia necessario rivedere la convenzione con la Casalotto. Il problema non è tanto il costo dell’acqua, ma tutti quei diritti accessori che la convenzione non prevede. Sarebbe opportuno fare un po’ di chiarezza e invitare la Casalotto a spiegare i motivi per i quali certe voci sono abbastanza gravose.
Un sindaco siciliano al quale si ispirerebbe?
Un sindaco che ho sempre apprezzato è Leoluca Orlando. Ammiro molto la sua lucidità e il suo rigore soprattutto alla luce della situazione non facile che ha ereditato e della realtà sicuramente difficile in cui opera. Sicuramente chiederei a lui qualche consiglio.