Il Palazzo Reburdone continua ad essere maltrattato, apprendiamo che dopo le sedi di enti, aziende e consorzi, il punto vendita di prodotti tipici siciliani ed il pub ecco spuntare all’interno del “museo” un CAF.
Lo storico palazzo cittadino era destinato a sede del museo contemporaneo della ceramica, ma di questo rimangono solo le briciole, il resto della struttura continua ad essere utilizzato per scopi differenti a quelli per cui era stato pensato, un bene pubblico che viene snaturato dall’amministrazione comunale che continua nella sua folle politica della privatizzazione di tutto ciò che è pubblico in questa città.
Ci chiediamo cosa ne pensa la Comunità Europea, erogatrice dei fondi per la ristrutturazione.
Riteniamo che questa struttura poteva divenire fiore all’occhiello della nostra città se solo si fosse tenuto conto del progetto iniziale e se non si fosse intervenuto con modifiche e cambiamenti di destinazione d’uso.
In un momento di grave crisi economica, che colpisce la principale fonte di lavoro della nostra comunità, il comparto ceramico, invece di valorizzare l’intero settore si continua a svilire la natura del nostro patrimonio inserendo all’interno del “museo” la sede di un sindacato.
Forse nel bando europeo e nei finanziamenti vi era anche la bandiera della Coldiretti?
Chiediamo pertanto una risposta all’amministrazione comunale sulla destinazione di questa struttura, e se questa deve essere considerata ancora pubblica o privata.
Rifondazione Comunista continuerà nella sua battaglia fino a quando non sarà fatta chiarezza, lanciamo un appello alle organizzazioni sindacali, di categoria e a tutti gli artigiani affinché venga restituito alla città un bene pubblico che possa essere fonte di sviluppo turistico ed elemento di rilievo nella conoscenza della millenaria tradizione della lavorazione della ceramica, valorizzando le nostre maestranze e diventando volano di rilancio per la nostra economia.

Caltagirone 8/01/2011