Nel settembre dello scorso anno 500 organizzazioni in 60 città hanno aderito alla campagna del Clandestino Day lanciata dal settimanale Carta.
La legge sulla sicurezza  sull’immigrazione, una legge che si annunciava razzista e vessatoria verso i migranti, era stata appena approvata dal governo e ciò aveva spinto Carta a proporre una giornata dedicata ai diritti e contro il famigerato pacchetto sicurezza.
La nuova legge sulla sicurezza avrebbe prodotto più clandestini e così è stato. Bisogna cogliere la centralità che ha assunto la clandestinità oggi. Non basta più e il la descrizione della clandestinità che guardi esclusivamente alla condizione soggettiva di chi vive senza il permesso di soggiorno e senza diritti. La clandestinità è oggi un paradigma politico sociale che riguarda diversi fronti e con diversi modi colpisce drammaticamente donne e uomini. I precari della scuola, gli operai del settore automobilistico e tanti altri lavoratori stanno vivendo sempre di più sulla loro pelle questo processo politico- sociale di clandestinizzazione delle diritti, delle idee e della vita.
Il PRC aveva già evidenziato ai tempi della legge Bossi- Fini che detta legge e la legge 30  non erano altro che la faccia di una stessa medaglia. Continuiamo a ribadirlo e continueremo la nostra campagna aderendo oggi alla mobilitazione contro la sanatoria truffa che ha fatto ritrovare ad un anno di distanza oltre 100 mila lavoratori migranti in attesa di sapere se possono avere accesso alla regolarizzazione e alla possibilità di avere un permesso di soggiorno, e promuovendo nella settimana di mobilitazioni nazionali (dall’8 al 15 ottobre) iniziative per i diritti e contro ogni forma di clandestinizzazione che rende invisibili le persone e le costringe ad una vera vita di non persone.
In particolare in Sicilia molti lavoratori sono costretti a lavorare in settori agricoli o dell’edilizia in condizioni di totale schiavizzazione e sfruttamento. Spesso ricattati per la loro condizione giuridica di irregolarità devono subire incidenti e vessazioni senza poter aver la possibilità di denunciare.
La Sicilia fino a meno di un anno fa era la frontiera presso cui arrivavano tanti richiedenti asilo e oggi in seguito alla politica di respingimento in mare adottata dal governo italiano in accordo con la Libia in Sicilia arrivano altri dannati della legge sulla sicurezza e cioè coloro i quali non posseggono più i requisiti per avere il permesso di soggiorno e sono costretti a scegliere un mercato del lavoro agricolo che irresponsabilmente in tutta Italia li assorbe. Sono uomini e donne che ripercorrono la penisola inseguendo le raccolte stagionali. Il PRC nei prossimi mesi proporrà campagne ed iniziative per poter ripetere iniziative positive e propositive per contrastare le tante Rosarno.
Tania Poguisch, Segreteria regionale PRC Sicilia