treni_merci2Francia e Germania, con governi di qualsiasi colore politico, sono state fermissime nel mantenere il controllo dello stato nelle aziende strategiche, comprese le ferrovie; la politica italiana, al contrario, ha svenduto le aziende importanti a livello nazionale,  FS incluse. Nonostante il difficile momento per l’economia mondiale, che pure non si è ancora completamente manifestato nella cosiddetta economia reale, in Italia i decisori continuano a seguire il libero mercato e la “meravigliosa” globalizzazione, che già ha portato ai disastri attuali; gli esperti elargiscono le loro ricette, mentre i grandi manager  smembrano le imprese nazionali tra cui le ferrovie italiane.Delle privatizzazioni abbiamo scritto; di NTV e dei fondi lussemburghesi che stanno dietro ai fondatori abbiamo già parlato; della campagna-acquisti in Italia delle Aziende ferroviarie monopoliste straniere pure. Oggi poniamo la nostra attenzione su due notizie apparse sulla stampa: “Mauro Moretti conferma la strategia delle Ferrovie che puntano alla creazione di società regionali in un paio di aree importanti del Nord Italia” (Lombardia ed Emilia Romagna); presto nascerà “un consorzio formato da Trenitalia e dalla Ferrotramviaria” che opererà nel trasporto passeggeri a partire dal mese di giugno p.v..
Vogliamo sapere chi opera dietro tutto questo, non per fare “dietrologia” bensì per capire cosa sta succedendo in ferrovia, al nostro contratto di lavoro, al nostro lavoro… I nostri mezzi per reperire informazioni sono modesti ma internet ci aiuta assai!
È noto che le FERROVIE EMILIA ROMAGNA sono controllate dalla Regione, e partecipate dai Comuni e da altre società che agiscono nel trasporto su gomma; è noto anche che le FERROVIE NORD MILANO sono controllate dalla Regione Lombardia e da altri soci, tra i quali Ferrovie dello Stato SpA con una quota pari al 14,74%. Sappiamo inoltre che le Nord hanno costituito accordi o joint venture con altre aziende italiane e straniere, ad esempio, nel trasporto merci su ferro con DB (ferrovie tedesche), tramite Raillon Italia, e nel trasporto su gomma con la multinazionale anglosassone, l’inglese ARRIVA.
Le FS SpA risultano quindi fortemente presenti nelle FNM ma ciò non ha impedito che, attraverso un’intesa con FNM, le ferrovie tedesche conquistassero posizioni sempre più massicce al nord (con nuove strategie per le tratte cargo anche del centro e sud Italia), a danno di Trenitalia Cargo – pur essendo quest’ultima completamente controllata da FS SpA;  si è trattato di un vero e proprio “matricidio”! Lo stesso dicasi per il trasporto passeggeri regionale: DB e ARRIVA infatti non hanno mai celato il loro interesse  per le reti locali del nord, sia su ferro che su gomma. Ma allora, la strada intrapresa porta alla dismissione di Trenitalia all’interno delle società regionali?!  Pare proprio di si!
Per quanto riguarda il consorzio tra Trenitalia e Ferrotramviaria, la situazione non è tanto semplice come appare…in realtà in Puglia, nel profondo sud, si muovono interessi globali (grazie anche agli amministratori pugliesi?!); vediamoli…
FERROTRAMVIARIA SpA è una società privata, concessionaria dal 1936 dei collegamenti su rotaia nella provincia di Bari; è titolare di licenza per il trasporto passeggeri nazionale, è azionista e socio fondatore di Rail Traction Company (17,65% delle azioni) – RTC è già partecipata da Reset 2000 di Giuseppe Sciarrone, a sua volta azionista di NTV.
Il proprietario e presidente di Ferrotramviaria è il conte Enrico Maria Pasquini (sposato con una pronipote di Giovanni Agnelli), ambasciatore di San Marino, presidente e amministratore delegato di finanziarie nella Repubblica di San Marino (Montezemolo, Della Valle e C. fondi lussemburghesi!). Recentemente ha ordinato dei treni non all’industria ferroviaria italiana bensì alla Alstom, la società francese che fornirà i convogli anche a NTV.
Secondo una recente ricostruzione del settimanale “Il Mondo”, Ferrotramviaria insieme a Vito Gamberale (ex Autostrade per l’Italia), Francesco Mengozzi (ex Ferrovie e Alitalia) e, udite udite, anche Lehman brothers, sottoscrivendo una quota del capitale attraverso i propri fondi, avrebbero dovuto costituire il terzo vettore dei treni ad alta velocità in Italia. Non sappiamo quale sarà l’epilogo – è infatti noto come la Banca d’affari americana, Lehman brothers, sia miseramente fallita rovinando milioni di investitori anche in Italia – ma la questione che ha dell’incredibile è che nel Fondo che dovrebbe portare a termine l’operazione “terzo polo AV”, in qualità di socio fondatore, è presente la Cassa depositi e prestiti che a sua volta è controllata al 70% dal Ministero del Tesoro (ricordiamoci che i buoni postali finanziano la CDP…): morale della favola, il Ministero del Tesoro aiuta una società privata a fare le scarpe a Trenitalia al 100% di proprietà  dello stesso Tesoro!!! E non è tutto, adesso ci si mette anche Moretti con il Consorzio!
Per doverosa informazione, il fondo F2I (dove F sta per Fondo, 2 sta per due miliardi di capitale e I sta per Italia), è un fondo nazionale per le infrastrutture, inaugurato dall’allora Ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa (centro sinistra), partecipato dal Tesoro attraverso la Cassa depositi e prestiti, dalle solite Banche Intesa San Paolo e Unicredit, e dalle Fondazioni Bancarie (già note in molte operazioni di privatizzazione). Come amministratore delegato di F2I, fin dalla fondazione nel gennaio del 2007, è stato nominato Vito Alfonso Gamberale, già noto come amministratore di Autostrade per l’Italia, inventore della formula concessionaria che ha depredato lo Stato facendo arricchire ancora di più la famiglia Benetton con le autostrade.
Povero nostro Paese! Poveri italiani! Poveri ferrovieri! E i sindacalisti di professione cosa dicono?!? Di fatto chi tace aiuta coloro che vogliono porre la ricchezza prodotta sotto il controllo della grande finanza e industria.
Abbiamo scritto sulla farsa delle liberalizzazioni e sulla falsa concorrenza, denunciando che quest’ultima nel settore dei trasporti (tipico caso di monopolio naturale) non può certo realizzarsi. Adesso, dalle notizie appena sopra riportate, dobbiamo concludere che sembra esservi un ritorno al passato: le Compagnie Ferroviarie di inizio del secolo scorso si ripropongono oggi, a maggior ragione in tempi di crisi, per finire di spolpare l’osso!
Mentre i cittadini e i lavoratori soffrono, continua la svendita del futuro della Nazione, per poco amor patrio e tanto amor proprio.
La Segreteria Regionale OrSA Toscana