Domenica pomeriggio, presso la sede di rifondazione di via P.pe Umberto 115, si è tenuto un incontro – dibattito sulla questione Muos a cui ha partecipato anche Antonio Mazzeo presentando il proprio libro “Un EcoMuostro a Niscemi”.

E come non vedere il pericolo che la trasformazione della Sicilia in una gigantesca base di guerra spingerebbe alle estreme conseguenze i processi degenerativi già così allarmanti?” (Pio La Torre)
Nocivo per la salute dei siciliani, capace di interferire con le strumentazioni tecnologiche dell’aeroporto (futuro, se mai decollerà) di Comiso ma, vogliamo ricordarlo, anche con quelle dell’aereoporto Fontanarossa di Catania, ingombrante ostacolo per il rilancio delle economie territoriali, catastrofica rappresentazione dell’opera umana nell’ambiente naturale. Si tratta di questo, ma non solo. Si tratta soprattutto di altro. Il Muos è strumento di guerra e di morte. Il sistema di antenne che sta per essere installato a Niscemi ha funzione bellica. Attraverso le sue enormi parabole (che verranno a breve impiantate) sarà controllato il flusso delle operazioni militari americane nell’ampio bacino mediterraneo, nel continente africano, nell’incandescente regione medio – orientale. Tramite il Muos sarà possibile la morte di migliaia (e probabilmente più) esseri umani.
Abbiamo conosciuto l’orrore della guerra, l’abbiamo troppo presto dimenticato. Nell’ultimo decennio il modus operandi degli eserciti è cambiato: sempre più operazioni fulminee, missili sganciati da caccia – bombardieri su obiettivi sensibili. È cambiato anche il modo di rappresentare la guerra: sempre e solo immagini di operazioni militari troppo simili alla fantascienza, al divertimento video – ludico. Sotto le macerie però, rimangono corpi di esseri umani. che non vediamo, che non conosciamo, che non immaginiamo. Ma esseri umani.
Ma dobbiamo ricordare che la smilitarizzazione ha anche vantaggi sul piano turistico ed economico.  Noi, dall’istallazione del Muos non abbiamo niente da guadagnarci, anzi tutto da perdere. Basti pensare al traffico aereo civile non più condizionato e disturbato dal proliferare di questi impianti militari; l’agricoltura e i prodotti di tutte le zone vicine al muos per decine e decine di chilometri non sarà più solo messa in ginocchio ma subirà un ulteriore drastico colpo dal quale non riuscirà mai a rialzarsi (chi comprerebbe mai prodotti che hanno certamente subito radiazioni di quella portata?); il turismo vedrà la propria definitiva morte, soprattutto nella zone del niscemese (chi mai visiterebbe la terra detentrice di uno dei più potenti e pericolosi impianti militari al mondo?).
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Lo dice l’articolo 11 della Costituzione. Troppo spesso questa norma è stata confinata e accantonata. Non possiamo permettere che succeda ancora. É doveroso opporsi con ogni mezzo alle manovre che vengono imposte al territorio siciliano per fomentare ancora guerra, distruzione, morte.
La Sicilia che immaginiamo è terra di pace, di scambio, di inter – cultura. La Sicilia che vogliamo è ponte di solidarietà umana, non trampolino di devastazione e dolore. La Sicilia che costruiremo sarà frutto della collaborazione tra i popoli, perché solo nella pace e nella cooperazione può essere costruito il benessere di una società.