In continuità con la tradizione della vecchia e mai defunta nei modi Democrazia Cristiana, il Partito Democratico, parente stretto della stessa, profonde energia nei suoi congressi. Correnti e capi-bastone si scontrano e si affrontano, dimenticandosi di governare. A Roma il giorno previsto per la pagliacciata congressuale è quello dell’immacolata. Renzi verrà investito del ruolo di premier post-Letta, Civati continuerà a dirsi di sinistra, Cuperlo sorriderà. Congressi decisi da tessere false e favori clientelari. E così continueranno a giocare alla finta democrazia, con intorno le macerie del paese.
Allo stesso modo, nei territori, sono in programma i congressi locali. Anche qui trionfano le divisioni correntizie, coese dai mille interessi clientelari che legano personaggi sinistri, ma mai di sinistra. Così accadrà anche a Ragusa, dove verrà rinnovato l’incarico della segreteria provinciale. I pidini vittoriesi sono scesi in campo: puntando sul campanilismo ipparino, cercando di sfruttare le divisioni ragusane, vorrebbero portare alla vittoria il fidato amico Giovanni Denaro. Riuscirà il loro eroe a spuntarla e a diventare segretario provinciale del Pd? Questo lo scopriremo solo nella prossima puntata della triste tele-novela democratica.
Nel frattempo, noi ci chiediamo solo se è lecito, nel caso in cui ciò avvenisse, che il sign. Denaro continui a gestire l’ente economico fieristico Emaia, da lui presieduto.
Noi però vogliamo sollevare un dubbio: è trasparente che chi gestisce i conti e i contributi dell’ente fiera di questo comune sia anche segretario di un partito? È lecito che chi ha a che fare con scelte finanziarie debba anche tutelare gli interessi della propria organizzazione politica? Potrà, se lo ha mai fatto, prendere decisioni nell’interesse collettivo, anziché in quello correntizio o partitico? Amicizie politiche e benefici della comunità sembrano essere poco compatibili. Delle due, l’una.
Per la loro trasparenza solo sulla carta, spesso vantata, gli stessi Pidini non potranno ritenerlo un problema. In fondo, la carta di Pisa, non ne contempla il caso. E quindi, il prode giurista cavilloso, l’assessore trasparente Gurrieri, si attaccherà alla forma, qualora non voglia cogliere la possibilità di difendere la propria renziana appartenenza, e tacerà. E questa adesione formale ai principi della trasparenza a che serve? A poco, in questo comune. Quella stessa idea viene continuamente messa di lato e la carta di Pisa usata come una qualsiasi doppio velo e profumata.
Probabilmente, li anticipiamo, questa domanda riceverà le solite risposte dai vertici democratici della città. Verremo bollati di finto moralismo inconcludente. Lo sappiamo, è il gioco sempre uguale che serve a scambiare le accuse, per sviare l’attenzione sul problema. Del resto, perché dovrebbero cambiare le risposte, che potrebbero giungere ad esempio dall’attuale (per ancora qualche giorno) segretario cittadino, ormai solo presidente del consiglio comunale, e che in passato ha gestito lo stesso ente fiera Emaia, nello stesso momento? Per loro non è mai un problema. Le amicizie in politica valgono più della moralità, lo sappiamo bene.
Segreteria Giovani Comunisti Vittoria, circolo P. Impastato.