di Achille Bonifacio per prcenna.it

E’ incominciato il processo di santificazione di Nichi Vendola. A fronte di una sconfitta del PD e della sinistra che stacca la pelle, finalmente pare che ci sia almeno un motivo per nascondere la sconfitta con l’esaltazione del nuovo santo. E’ la solita storia, gratta gratta si avverte il bisogno, anche a sinistra, di un capo , di un leader, del <<grande padre>>.
La rivista di Sansonetti, “gli ALTRI”: <<C’e solo Vendola>> titola l’intervista di Gagliardi a Bertinotti; e “Nichi, L’onda anomala” il titolo dell’articolo di Ritanna Armeni.
A scanso di equivoci, noi tutti ci si compiace a sinistra, della vittoria di Vendola e del fronte unitario che ha concorso alla sua vittoria, e credo che senza alcun dubbio, lo ripeto ancora, si sente l’esigenza di un processo unitario a sinistra e a cominciare da Vendola e della SEL. Ma si può finalmente discutere della natura e delle forme di questo processo unitario?
Alcune cose vanno dette in modo chiaro. Qual’è lo stato dei partiti che stanno a sinistra del PD?
E’ cruda l’analisi che fa Marco Revelli (e non senza un fondo di verità, a mio avviso) , in una intervista su LEFT n.13 del 2 aprile 2010.
Alla domanda: E la Federazione della sinistra? Possibile una fusione a sinistra?
Risposta di Revelli :<< E’ difficile far rientrare il dentifricio nel tubetto. Nel disgraziato congresso dei lunghi coltelli di Rifondazione. a Chianciano, non sono rimasti nemmeno due giorni a vedere cosa succedeva fuori. Si sono chiusi a tirarsi a coltellate e il risultato è stato l’autocancellazione. Questi sono errori di stupidità politica, l’operazione si paga.>>
Domanda: C’è come un virus nella sinistra. Da che cosa dipende?
Risposta di Revelli:<< E’ “il cupio dissolvi”. La tendenza a dissolversi è direttamente proporzionale all’uso delle antiche identità come identità forti. Questo alzare le bandierine dei comunismi novecenteschi in questo nuovo secolo produce autodissoluzione. Non si è capito che il problema non era continuare a lavorare alla manutenzione delle vecchie identità ma imparare un linguaggio nuovo per comunicare ideali antichi.>>
E chi non si trova d’accordo sul fatto che <<… il problema non era continuare a lavorare alla manutenzione delle vecchie identità…>>. Il discorso, allora, ruota attorno all’altra questione: Se gli ideali antichi sono , come afferma Revelli e come Bertinotti ripete in un’altra intervista, quelli dell’uguaglianza, libertà e innovazione (e che cos’ è dunque socialismo, comunismo?), quale può essere il “Linguaggio nuovo”?
Lasciamo stare le mitologie cadute, che a parere di Revelli, sono un caso di pigrizia mentale autodistruttiva. Certo, bisogna mettersi d’accordo su un equivoco di fondo: quando si parla di mitologie cadute è chiaro, almeno per noi o almeno per me, che Stalin è morto e il comunismo burocratico pure, è finito l’assalto al palazzo d’inverno con i cosacchi col pugnale tra i denti. ma RIMANE VALIDISSIMA L’ANALISI MARXIANA al capiltalismo e per una alternativa in senso socialista della società borghese.
A meno che , quando si parla di mitologie cadute, di rotture con il passato, di identità del comunismo novecentesco, non si alluda al ripudio del socialismo tout court, ma allora
che cosa significano democrazia partecipata e territorio( come dice Bertinotti),e solidarietà, costruzioni di reti di solidarietà tra la gente (come afferma Revelli) se non l’essenza del socialismo?
Una riflessione finale: allo stato delle cose , se non riusciamo a trovare motivi seri e validi sulla natura e sulle forme dei processi di unità a sinistra (non solo e non tanto per motivi elettorali), l’estinzione della sinistra diventa più probalie e concreta .