Catania, 16 luglio 2015. – La “rivoluzione crocettiana” infine ha rivelato la sua vera natura: la sua organicità ad un blocco di potere economico-politico mafioso isolano. Viene confermata, se ci fosse bisogno, la sua continuità con i governi di Cuffaro e di Lombardo e la garanzia costante di “dovute” coperture alla concretizzazione in Sicilia degli interessi di Confindustria e Confcommercio, come ampiamente dimostrato dalle vicende di Montante di Helg.
Lo avevamo detto prima dell’elezione di Crocetta a governatore, lo abbiamo ripetuto, inascoltati, più volte in questi anni. Gravissime sono le responsabilità dell’intero PD, pesanti quelle dei sindacati confederali che, a partire dalla CGIL e dalla discesa in campo in prima persona di Susanna Camusso, hanno contribuito all’elezione di Crocetta.
Non si salva nessuno dei componenti della Giunta di governo, in quanto complici, o incapaci di rompere gli intrecci affaristici che ruotano attorno alla Sanità e ai lavori pubblici in Sicilia. E non si salva l’ARS con la sua palude trasversale di centrosinistra, di centro e di destra coinvolta nella pratiche consociative e clientelari.
Non servono populismi nè demagogie. E’ l’ora di una rottura radicale del sistema politico mafioso siciliano. Rifondazione Comunista lavora da sempre e rilancia l’impegno unitario per un’alternativa sociale e politica di sinistra. Crocetta deve dimettersi, l’Ars va immediatamente sciolta.
Mimmo Cosentino – segretario regionale PRC Sicilia
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