Comiso, Piazza Diana, Sabato 11 Ottobre alle 16.30, per NON CANCELLARE l’intitolazione dell’aeroporto a Pio La Torre.

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Di nuovo a Comiso, per non farci “scippare” il nome di Pio La Torre
di Gemma Contin
Eravamo in tanti a Comiso, più di centomila, venuti da tutta Europa, in quella limpida mattina dell’11 ottobre del 1981. E c’era Pio La Torre. Non voleva i Pershing e i Cruise sotto i piedi e sulla testa dei siciliani. E voleva una legge più dura con i mafiosi e che colpisse i loro patrimoni criminali.
Per questa combinazioni di interessi: quelli della base militare e quelli di Cosa Nostra, il segretario siciliano del Partito comunista venne ucciso a colpi di kalashnikov il 30 aprile dell’anno dopo da due killer che lo fermarono per sempre in un budello della Palermo vecchia, della Palermo nera, dietro le caserme di Corso Calatafimi.
In tanti anche ieri, in quella stessa Piazza Diana, nell’anniversario della grande manifestazione di quasi trent’anni fa, hanno protestato contro la decisione del sindaco fascista di Comiso di “scippare” il nome di Pio La Torre dall’aeroporto della cittadina ragusana, che da tempo non ospita più i missili a stelle e strisce, per ripristinare quello antico in memoria del generale Magliocco, un militare che si coprì di vergogna nella guerra “imperiale” contro i popoli del Corno d’Africa.
Il Centro studi Pio La Torre e l’Associazione Articolo 21, che hanno raggiunto il non facile obiettivo di 30 mila firme per una petizione che si oppone al cambio di nome, hanno raccolto attorno a sé migliaia di persone: giovani, pacifisti, siciliani onesti, vecchi compagni, che non intendono far passare sotto silenzio una decisione unilatelare e provocatoria del primo cittadino, Giuseppe Alfano, notabile locale di Allenza nazionale, il quale nel tentativo di giustificare la decisione della sua giunta aveva osato dire che «il nome di Pio La Torre non significa niente per gli abitanti di Comiso».
Ieri, a sostegno della manifestazione alla quale hanno aderito tutte le forze di sinistra, è intervenuto con un messaggio anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che del parlamentare siciliano è stato amico personale e leader della stessa area politica. Nel messaggio il Capo dello Stato scrive: «La scelta di Comiso consente di richiamare in un luogo appropriato l’impegno politico e sociale dell’onorevole La Torre, appassionatamente schierato a favore della pace e della distensione internazionale, e al tempo stesso per il progresso economico, sociale e civile della Sicilia. Le sue battaglie raccolsero un vasto consenso popolare e lo esposero alle minacce della mafia, di cui cadde vittima in un sanguinoso agguato che mirava a far tacere la sua voce e bloccare il processo di rinnovamento e di sviluppo dell’isola. Tuttavia la sua testimonianza non fu vana – ha ricordato Napolitano allo smemorato sindaco – essa divenne patrimonio generale del popolo siciliano e favorì la nascita di un comune sentire e di movimenti unitari che hanno rinsaldato la trama della democrazia».
Alla manifestazione, assieme ai tanti dirigenti siciliani del Pci che furono compagni di lotta e di lavoro accanto a Pio La Torre, c’erano anche Valter Veltroni, Fabio Mussi e Beppe Giulietti di Articolo 21. E tanta tanta gente, in migliaia, arrivata in quella sperduta cittadina della Sicilia profonda nonostante la coincidenza delle due manifestazioni nazionali di Rifondazione comunista e dell’Italia dei Valori.
Per Franco La Torre: «È stata offesa la memoria di mio padre e ci siamo sentiti offesi noi che siamo i suoi familiari e cerchiamo giorno dopo giorno di tenerne viva la memoria. La gente presente qui testimonia che Pio La Torre ha fatto del bene a questa terra. L’atto di cancellare il suo nome dall’aeroporto ha provocato tante proteste perché ha messo in discussione i principi fondamentali della democrazia. Mio padre ha lottato per questa democrazia ed è morto per difenderla».
E il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, ha auspicato che «il sindaco e la giunta di Comiso tornino sulla propria decisione, che non comprendo. Pio La Torre è una delle figure più limpide della recente storia siciliana. A lui dobbiamo una delle più importanti innovazioni legislative nella lotta alla mafia. La sua storia e la sua memoria appartengono a tutti i siciliani. Per questo trovo incredibile la decisione della giunta comunale di Comiso».
Liberazione del 12/10/2008