Niscemi, il cuore di quella che dovrebbe essere la lotta No Muos è uno dei teatri Siciliani dove si scontravano da una parte la coalizione Pd-Lombardo e dall’altra i vecchi, mascherati da nuovi, ovvero l’opposizione a Don Raffaè, i forconi, i nuovi autonomisti. Il ballottaggio dunque avveniva tra due destre: una quella del sindaco uscente Di Martino sostenuto dal Partito Democratico,Mpa,Udc, Riformisti, Niscemi Democratica e Grande Sud; l’altra quella del simpaticone Cetto La Rosa sostenuto dalla restante destra e cioè dall’Api, Fli e da quattro liste civiche, e rafforzato al ballottaggio dall’apparentamento con Meli (la terza destra, PdL, Alleanza Siciliana e altra liste civiche). Di Martino preferisce continuare la linea politica che gli ha fatto perdere consensi nel Paese, ricostituisce alleanze passate e perdenti, in queste elezioni niscemesi era palese lo scontro politico tra la vecchia coalizione Pd-movimento per l’autonomia di Lombardo e il nuovissimo gattopardiano movimento dei forconi. La sinistra a Niscemi sembra non esistere.
Il Cetto la Rosa, spavaldo, fiero della sua ignoranza riunisce intorno a se tutta la destra, nel suo bar tra una birra e un caffè, offerti con lo stile della rigorosa scuola del “Cetto La Qualunque” nazionale, promette lavoro per tutti (non escudo avesse promesso anche un po’ di Pilo per tutti), taglio delle tasse dei rifiuti, rassicuranti promesse ai cittadini niscemesi che grazie a Lui, l’Imu non si paga, l’apertura della Sp 11 e il rifacimento del manto stradale della Sp 31, insomma un po’ di minchiate. Di Martino paga l’incoerenza delle scelte politiche, paga per la sua “incompetenza” al problema Muos, accorgendosi solo dopo dell’orrore che il suo, definiamolo ingenuo, errore ha provocato a Niscemi e a tutta la Sicilia. Una campagna elettorale vacua, leggera, quasi a non avere voglia di riuscire a coinvolgere i cittadini, credo probabilmente, anche per il fatto che il suo avversario le sparava sempre più grosse. Doveva arrivare Crocetta a sostenere Di Martino ma si vocifera che il Pd siciliano abbia consigliato a Crocetta di non parlare di Mafia a Niscemi, l’ex sindaco di Gela ha un malore nell’udire codesto consiglio, viene ricoverato all’ospedale, slitta il comizio! Tutto questo può succedere solo in un vero Partito Democratico siciliano. I niscemesi che al primo turno a fatica ricercavano una sinistra, potevano scegliere tra Tinnirello di Sel o Miceli, propostosi con una lista civica che riuniva Idv, FdS e i No Muos. Tra i, quasi 800, cittadini che hanno scelto di votare, al primo turno, la sinistra di Tinnirello o quella di Miceli, in queste due settimane di attesa prima del voto decisivo, i molti si sentivano male all’idea di votare una coalizione con Lombardo pur di non far vincere il “Cetto la Qualunque de noi artri”.
Confusione, voglia di non votare! Ricordo anche io, l’anno scorso il ballottaggio a Vittoria, indeciso fino all’ultimo momento se votare per il bellissimo sindaco Nicosia. Infine decisi di votare per il più bello e fashion sindaco d’Italia, votai per paura che la mia città andasse in mano alla destra affaristica di Incardona. Votai Nicosia con il naso tappato, ma a Vittoria era più semplice c’era un brutto Centro Sinistra e un bruttissimo Centro destra, a Niscemi i compagni, i ragazzi del Nomuos, i cittadini liberi, dovevano scegliere tra due destre, tra due movimenti autonomistici, tra due partiti “pigliatutto”, e capire dove si andava a fare meno danni era davvero impresa ardua. Penso che a Niscemi abbia vinto la politica da Bar, la politica qualunquista dei comici tanto di moda in Italia. Non si sa come governerà Cetto La Rosa con 6 consiglieri su 20, sappiamo solo che, intervistato appena eletto sindaco, alla domanda del giornalista su cosa farà per il problema Muos, Cetto La rosa ha risposto “na beata minchia”. Tralasciando le facili battute, restiamo a vedere, a controllare, se possibile, quello che farà per il Muos. Il movimento No Muos di Niscemi può solo diventare maggiorenne e defilarsi dall’istituzionalismo falso e ipocrita del Pd di Di Martino, ed essere finalmente libero di opporsi politicamente contro tutte le sanguisughe della politica locale e regionale e ripartire dal basso cercando di rialzare la politica caduta troppo in giù.
. CARL TAULAGAS