di Fabio Sebastiani, da Liberazione del 14 ottobre 2008
Qualcuno, ovviamente del Pdl, ha definito l’incursione di una squadraccia di Azione studendesca nella sede nazionale della Flc una “goliardata”. La realtà è che un gruppo di giovanotti un po’ avanti con i gradi di “fuoricorso” si è presentato al sindacato dell’università, lo stesso, guarda caso, che ha organizzato per oggi una mega-manifestazione a Roma, e ha srotolato uno striscione accusando la Flc di connivenza con i baroni dell’università. L’azione è stata solo l’ultima di una serie che, come denuncia lo stesso sindacato di categoria, ha registrato altri episodi a Brescia, sempre ieri, e a Torino nei giorni scorsi. «Il blitz – si legge in un comunicato della stessa Flc-Cgil – ha visto questi giovani, organizzati da chi le intimidazioni e i blitz squadristici li fa per mestiere, avventurarsi sotto una pioggia battente armati di robuste bandiere con il simbolo di azione studentesca e volantini, gli stessi della precedente visita, gridando slogan contro la Cgil e contro i professori, definiti tutti incompetenti e da licenziare».
E’ chiaro che nei confronti della Cgil, che proprio due giorni fa ha dichiarato lo sciopero generale per il 12 dicembre, c’è un attacco di «stampo neo-fascista», come è stato definito da più parti. E questo mentre il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, e quello della Uil, se ne vanno segretamente a cena con il premier Silvio Berlusconi, escludendo, ovviamente, il loro collega Guglielmo Epifani.
Su questo episodio, ieri è stata un’altra giornata di polemiche al calor bianco. Da via Po, sede nazionale della Cisl, contro la Cgil è piovuto di tutto: dall’accusa di sentirsi il “motore immobile” del sindacato italiano a quella di non riconoscere il pluralismo. Ovviamente, il leader della Cisl, Bonanni, ha smentito la circostanza del vertice ma ha lasciato intatto il suo valore politico. «Se fossi stato chiamato sarei andato», ha sottolineato. «Quando le persone si cercano – ha concluso – se c’è l’esigenza di risolvere i problemi si trovano».
Per Guglielmo Epifani il colpo non è così facile da superare. «Ciò che non mi è andato giù in questi giorni – ha detto davanti ai pensionati della Cgil, riuniti a Roma in una grande assemblea per la celebrazione del sessantesimo anniversario – è che non si era mai visto che un governo, in una fase di crisi come questa, non solo incontrasse solo Confindustria e banchieri ma quando c’è da convocare i sindacati lo faccia in modo non trasparente. Questo non è giusto e – ha aggiunto Epifani – non è segno di forza e responsabilità da parte del governo». Epifani ha sottolineato che «si parla di temi che riguardano milioni e milioni di persone alle quali il governo deve dire cosa vuole fare». La frattura con Cisl e Uil è stata l’occasione per il segretario generale della Funzione Pubblica-Cgil, Carlo Podda, per mettere all’indice, con argomenti tecnici, l’accordo separato nel Pubblico impiego. «Nelle tabelle, allegate all’accordo del comparto ministeri firmato ieri da Cisl e Uil, compaiono 8 euro dovuti per le code contrattuali del biennio 2006-2007, di cui era già definito l’utilizzo e la cui erogazione era vincolata ad un accordo specifico dopo l’approvazione della legge finanziaria – denuncia Podda, che ha annunciato di aver scritto in proposito una lettera all’Aran -. Per il diritto del lavoro questo fatto si configura come violazione contrattuale».
Confindustria, da parte sua, sta bene attenta a maneggiare questa materia, che ha tutta l’aria di diventare gelatina esplosiva. Fare polemiche è «inutile» sugli incontri più o meno «segreti», sentenzia il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che pure ha partecipato al banchetto. «Gli incontri informali sono continui, io stessa – ha aggiunto – mi sono incontrata con Epifani più volte informalmente. Il problema non è questo, il problema vero è che il tavolo sui contratti è ancora aperto».
Tante le dichiarazioni di solidarietà sull’episodio dell’attacco squadristico a Roma. «Piena solidarietà alla Cgil e al suo segretario Guglielmo Epifani», si legge in una nota del Prc a firma del segretario Paolo Ferrero. «Il ministero degli Interni eviti di far inquinare anche la manifestazione di domani (oggi, ndr) con questi atti intimidatori che danno il segno del clima di tensione e di criminalizzazione del dissenso messo in atto da troppe forze politiche. Cosa aspettano il governo e le forze dell’ordine a fermare con decisione i raid squadristici dei neofascisti nelle sedi del sindacato come nelle piazze italiane»? Per Andrea Alzetta, capogruppo in Campodoglio per “La Sinistra – l’Arcobaleno”, si è trattato di una «azione cialtronesca, effettuata guarda caso a pochissime ore dalla grande manifestazione studentesca e universitaria prevista a Roma». Imbarazzante, invece, il silenzio del Pd sulla frattura sindacale. L’unica ad esprimersi è stata la deputata, vicepresidente del gruppo alla Camera, Marina Sereni. «L’unità delle forze del lavoro è un bene in sè – ha detto intervenendo in aula – e chi prova a dividere i lavoratori e le loro organizzazioni commette un errore enorme».
Per Nicola Nicolosi, leader di Lavoro Società in Cgil, il momento è tale che occorre «preservare l’unità della Cgil». «Cisl e Uil agiscono in maniera ruffiana e commettono un grave danno contro la democrazia e contro il sindacato».
CONTINUANO LE AGGRESSIONI FASCISTE CONTRO LA CGIL. COSA ASPETTA IL GOVERNO A FERMARLI?
Dichiarazione di Paolo Ferrero, segretario nazionale Prc

Dopo l’aggressione alla giornalista Federica Sciarelli, le minacce al giornalista Della Volpe, dopo i fatti di piazza Navona, alla vigilia dello sciopero e della manifestazione nazionale sui temi dell’università e della ricerca indetta dalla Cgil, una trentina di squadristi fascisti hanno cercato stamane (ed è la seconda volta in un mese) di entrare nella sede nazionale della Cgil scuola di via Serra, a Roma. Piena solidarietà alla Cgil e al suo segretario Guglielmo Epifani. Il ministero degli Interni eviti di far inquinare anche la manifestazione di domani con questi atti intimidatori che danno il segno del clima di tensione e di criminalizzazione del dissenso messo in atto da troppe forze politiche. Cosa aspettano il governo e le forze dell’ordine a fermare con decisione i raid squadristici dei neofascisti nelle sedi del sindacato come nelle piazze italiane?
Roma, 14 novembre 2008