di Eleonora Corace su il Manifesto, 29 settembre 2013
Sabato a Palermo manifestazione per chiedere al governatore Crocetta di bloccare il cantiere per l’installazione delle enormi antenne paraboliche del sistema Muos. In piazza anche il sindaco Orlando e il segretario di Rifondazione comunista Ferrero
«Occupiamo tutto! Occupiamo tutto!» Al coro dei manifestanti si unisce l’eco quando il corteo di centinaia di persone passa sotto la volta di Porta Nuova, in corso Calatafimi, poco prima di fermarsi di fronte Palazzo dei Normanni.
Un buon risultato quello della manifestazione Nazionale No Muos che ha visto attivisti, associazioni e membri di varie partiti sfilare sabato 28 settembre, di pomeriggio, per le vie del capoluogo siciliano. Pullman ed auto private sono arrivate da tutta la Sicilia, a riempire quella che veniva considerata una piazza difficile.
Al contrario delle consuete manifestazioni a Niscemi, ormai consolidate per numeri e capacità organizzative, la piazza di Palermo ha fatto temere disaccordi e clamorose defezioni. Questo perchè a prendere in carico l’organizzazione nel capoluogo sono stati soprattutto i ragazzi dei centri sociali per la maggior parte appartenenti all’area autonoma, cosa che ha fatto storcere il naso a diversi partiti ed organizzazioni, ma alla fine è andato tutto bene.
Il corteo è partito da piazza Politeama intorno alle ore 16 e ha raggiunto il palazzo dei Normanni e la sede dell’Assemblea Siciliana verso le 18,30. A quel punto gli attivisti hanno fronteggiato il cordone delle forze dell’ordine.
Il confronto, pacifico, aveva come principale motivazione la volontà del corteo di ricongiungersi con i dieci attivisti che da venerdì hanno occupato la Sala D’Ercole dell’Assemblea Regionale Siciliana, che, intanto, aspettavano il sopraggiungere dei compagni.
Alla fine è salita una delegazione di deputati del Movimento 5 Stelle. Gli occupanti dell’Ars sono entrati nel modo più semplice quanto ingegnoso, ovvero pagando semplicemente il biglietto per entrare a Palazzo dei Normanni e da lì sono riusciti a fare irruzione nella sala storica in cui si riunisce l’assemblea regionale.
Gli attivisti, provenienti da Palermo, Messina e Niscemi, chiedono che il governatore Rosario Crocetta torni sui suoi passi, abolendo quella che è stata ribattezzata la «revoca della revoca», ovvero il dietrofront rispetto allo stop che l’Ars aveva imposto ai lavori del Muos. Un ripensamento che il movimento non perdona al governatore, oggetto degli slogan meno cordiali scanditi durante il corteo. L’occupazione dell’aula d’Ercole si aggiunge a quelle che si sono susseguite in quel di Niscemi, dove il perimetro della base americana sita nel cuore della riserva naturale di Sughereta è stato violato per ben due volte. La prima, durante la manifestazione nazionale del 9 Agosto, che ha visto migliaia di persone scavalcare le reti per raggiungere gli attivisti arrampicati, in quel caso, sulle antenne militari; la seconda appena una settimana fa, quando duecento persone hanno improvvisato un pacifico pic-nic dentro la base, approfittando anche dello spazio per una partita a calcio.
Tornando alla manifestazione di sabato pomeriggio a Palermo, tante le sigle che hanno sfilato per ribadire il loro no all’istallazione dell’antenna satellitare americana in Sicilia, provenienti da tutta Italia. Confuso nel corteo anche Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, insieme alla giunta. «Manifestiamo ­spiega il Sindaco­ contro un atto di violenza nei confronti dei cittadini e del territorio. L’istallazione americana è improponibile rispetto alla storia e alla vocazione della Sicilia, che vuole essere un’isola di pace nel Mediterraneo».
Presente anche il segretario nazionale di Rifondazione comunista Ferrero: «E’ una vergogna anche la repressione silenziosa, che non fa notizia, perpetrata dalla Prefettura nei confronti degli attivisti, tramite multe salatissime che pesano a tutti in un simile momento di crisi economica. Stiamo assistendo ad una vera e propria forma di repressione del conflitto. Questo non è un problema solo della Sicilia, ma di tutto il Paese, da quest’isola alla Val di Susa c’è una politica che punta a soffocare gli spazi elementari e fondamentali di democrazia di cui ogni cittadino deve disporre per diritto». Nel frattempo, il corteo passa di fianco ad un cavalcavia dove Giampiero Trizzino, presidente della commissione ambiente all’Ars e deputato 5 Stelle, insieme a due membri del movimento, espone uno striscione che recita: «La Sicilia ripudia la guerra». Un po’ amareggiate le mamme No Muos che continuano comunque a lottare per il futuro dei figli.

di Eleonora Corace su il Manifesto, 29 settembre 2013
Sabato a Palermo manifestazione per chiedere al governatore Crocetta di bloccare il cantiere per l’installazione delle enormi antenne paraboliche del sistema Muos. In piazza anche il sindaco Orlando e il segretario di Rifondazione comunista Ferrero
«Occupiamo tutto! Occupiamo tutto!» Al coro dei manifestanti si unisce l’eco quando il corteo di centinaia di persone passa sotto la volta di Porta Nuova, in corso Calatafimi, poco prima di fermarsi di fronte Palazzo dei Normanni.
Un buon risultato quello della manifestazione Nazionale No Muos che ha visto attivisti, associazioni e membri di varie partiti sfilare sabato 28 settembre, di pomeriggio, per le vie del capoluogo siciliano. Pullman ed auto private sono arrivate da tutta la Sicilia, a riempire quella che veniva considerata una piazza difficile.
Al contrario delle consuete manifestazioni a Niscemi, ormai consolidate per numeri e capacità organizzative, la piazza di Palermo ha fatto temere disaccordi e clamorose defezioni. Questo perchè a prendere in carico l’organizzazione nel capoluogo sono stati soprattutto i ragazzi dei centri sociali per la maggior parte appartenenti all’area autonoma, cosa che ha fatto storcere il naso a diversi partiti ed organizzazioni, ma alla fine è andato tutto bene.
Il corteo è partito da piazza Politeama intorno alle ore 16 e ha raggiunto il palazzo dei Normanni e la sede dell’Assemblea Siciliana verso le 18,30. A quel punto gli attivisti hanno fronteggiato il cordone delle forze dell’ordine.
Il confronto, pacifico, aveva come principale motivazione la volontà del corteo di ricongiungersi con i dieci attivisti che da venerdì hanno occupato la Sala D’Ercole dell’Assemblea Regionale Siciliana, che, intanto, aspettavano il sopraggiungere dei compagni.
Alla fine è salita una delegazione di deputati del Movimento 5 Stelle. Gli occupanti dell’Ars sono entrati nel modo più semplice quanto ingegnoso, ovvero pagando semplicemente il biglietto per entrare a Palazzo dei Normanni e da lì sono riusciti a fare irruzione nella sala storica in cui si riunisce l’assemblea regionale.
Gli attivisti, provenienti da Palermo, Messina e Niscemi, chiedono che il governatore Rosario Crocetta torni sui suoi passi, abolendo quella che è stata ribattezzata la «revoca della revoca», ovvero il dietrofront rispetto allo stop che l’Ars aveva imposto ai lavori del Muos. Un ripensamento che il movimento non perdona al governatore, oggetto degli slogan meno cordiali scanditi durante il corteo. L’occupazione dell’aula d’Ercole si aggiunge a quelle che si sono susseguite in quel di Niscemi, dove il perimetro della base americana sita nel cuore della riserva naturale di Sughereta è stato violato per ben due volte. La prima, durante la manifestazione nazionale del 9 Agosto, che ha visto migliaia di persone scavalcare le reti per raggiungere gli attivisti arrampicati, in quel caso, sulle antenne militari; la seconda appena una settimana fa, quando duecento persone hanno improvvisato un pacifico pic-nic dentro la base, approfittando anche dello spazio per una partita a calcio.
Tornando alla manifestazione di sabato pomeriggio a Palermo, tante le sigle che hanno sfilato per ribadire il loro no all’istallazione dell’antenna satellitare americana in Sicilia, provenienti da tutta Italia. Confuso nel corteo anche Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, insieme alla giunta. «Manifestiamo ­spiega il Sindaco­ contro un atto di violenza nei confronti dei cittadini e del territorio. L’istallazione americana è improponibile rispetto alla storia e alla vocazione della Sicilia, che vuole essere un’isola di pace nel Mediterraneo».
Presente anche il segretario nazionale di Rifondazione comunista Ferrero: «E’ una vergogna anche la repressione silenziosa, che non fa notizia, perpetrata dalla Prefettura nei confronti degli attivisti, tramite multe salatissime che pesano a tutti in un simile momento di crisi economica. Stiamo assistendo ad una vera e propria forma di repressione del conflitto. Questo non è un problema solo della Sicilia, ma di tutto il Paese, da quest’isola alla Val di Susa c’è una politica che punta a soffocare gli spazi elementari e fondamentali di democrazia di cui ogni cittadino deve disporre per diritto». Nel frattempo, il corteo passa di fianco ad un cavalcavia dove Giampiero Trizzino, presidente della commissione ambiente all’Ars e deputato 5 Stelle, insieme a due membri del movimento, espone uno striscione che recita: «La Sicilia ripudia la guerra». Un po’ amareggiate le mamme No Muos che continuano comunque a lottare per il futuro dei figli.