A settembre il bilancio di previsione del 2011 – prima che un documento contabile, uno strumento di democrazia attraverso il quale i cittadini dovrebbero essere informati sulla destinazione delle risorse e dunque sulle scelte amministrative – non c’è ancora; e non sembra ci siano nemmeno istituzioni che facciano rispettare i tempi e i modi dell’amministrazione di una città né un’opposizione che impedisca una gestione privatistica della cosa pubblica.
E’ Catania, città fallimentare non solo con riferimento alle risorse economiche ma nel piano del traffico come nella raccolta differenziata dei rifiuti, secondo un quadro tracciato questa mattina nel corso di una conferenza stampa dalla Federazione della Sinistra, rappresentata da Orazio Licandro, dell’esecutivo nazionale dell’FdS, e dai segretari provinciali di Rifondazione comunista e dei Comunisti italiani, Pierpaolo Montalto e Salvatore La Rosa.
Un sindaco che “vegeta”, Raffaele Stancanelli, secondo i tre dirigenti comunisti, nell’inerzia delle autorità preposte al controllo. Da qui le tre richieste di Licandro: la prima al nuovo prefetto – che ha immediatamente risposto in senso positivo – il cui ruolo è fondamentale nella gestione economico-finanziaria di un governo locale, per essere ricevuti e per sapere non solo da dirigenti politici ma da cittadini “come vengono spesi i soldi”; l’altra all’assessore regionale agli Enti locali, Caterina Chinnici, di non dimenticare che anche la sua è un’importantissima funzione di controllo e se, come sembra, non ha predisposto alcun atto (“in qualunque altra città – ha ricordato Licandro – sarebbero già stati commissariati”) si tratterebbe di una “responsabilità omissiva gravissima”; la terza richiesta infine ai consiglieri di opposizione perché facciano “un atto di rottura vera dimettendosi in massa ed obbligando il sindaco” che, per Licandro, “se fosse vissuto ai tempi di Torricelli, sarebbe stato un ottimo esempio per il suo vuoto”.
Gli effetti del pauroso buco di bilancio risalente alla giunta Scapagnini (“città al buio, bellezze devastate, risorse saccheggiate”) e non risolto da Stancanelli sono stati ricostruiti da Montalto, secondo il quale la mancata approvazione del bilancio è sintomo di un “degrado istituzionale inaccettabile” e forse è da imputare a incapacità di risanare il debito oltre che alla necessità, come nello stile del centrodestra, di “mettersi d’accordo sul come spendere le risorse e mantenere un sistema di potere feudale”. Montalto si è soffermato anche sulla vicenda degli affitti pagati dal Comune, che certamente contribuiscono ad aggravare la situazione, sottolineando come siano ricorrenti i nomi dei proprietari degli immobili (Virlinzi) e come in alcuni casi, trattandosi di aziende, non è chiaro chi sia il proprietario e se abbia i requisiti minimi come il certificato antimafia. Situazione, per Montalto, frutto di una città “silenziosa e inadempiente” dove “è sorprendente che a lanciare un grido d’allarme non siano i consiglieri dell’opposizione”
Opposizione che “non c’è”, quando non è “connivente” o “compiacente”, anche per La Rosa che ha denunciato un silenzio insostenibile sia per quanto riguarda le bollette della Tarsu illegittimamente aumentate da “un Comune alla disperata ricerca di denaro”; sia per un piano per la mobilità già rivelatosi disastroso (e il traffico impazzito di questi giorni parla da solo) perché i cittadini continuano ad aspettare per ore gli autobus per poi pigiarsi come sardine su vetture vecchie e quindi alla fine preferire le auto; sia infine per la gestione dei rifiuti che porterà Catania a subire le sanzioni dell’Ue – e quindi ad aggravare la già insostenibile situazione finanziaria – per non aver rispettato il livello di raccolta differenziata al 65% (si arriva a meno del 10%) che non sarà migliorato certamente dall’acquisto di migliaia di cassonetti che invadono le strade mentre tutte le altre amministrazioni hanno già adottato la strategia “rifiuti zero”, attraverso meccanismi di riciclo e di riuso, e la raccolta porta a porta.