L’Assemblea regionale Siciliana con la votazione in corso sta consumando il tradimento del mandato referendario.  Quella che si sta votando all’Ars non è una legge che garantisce la pubblicità dell’acqua e il suo riconoscimento quale bene comune: accanto al sistema pubblico, vengono previste gestioni affidate a società a capitale privato e pubblico/privatonon passa la tariffa unica regionale, così come viene negato il blocco a nuove concessioni per lo sfruttamento ad libitum delle sorgenti e delle falde; nella giungla degli Ato si garantisce la continuità della speculazione privatistica e la conseguente barbarie di bollette insostenibili per larghissime fasce della popolazione; viene cancellata la possibilità di qualsiasi strumento di controllo e partecipazione dei cittadini, essendo escluso l’intervento sia pure consultivo delle associazioni dei consumatori, dei comitati territoriali, degli enti locali, del Forum dell’acqua pubblica in merito alla gestione del Piano del Distretto idrografico regionale.

Passa così il disegno del partito renziano di privatizzazione e di legittimazione legislativa della opacità e dell’arbitrio nella gestione. La guerra aperta attorno alle recenti intercettazioni sulla sanità siciliana tra estimatori della Borsellino e sostenitori del Governatore, poi ricomposta in un nuovo equilibrio trasformista tra Crocetta, il Pd e la palude centrista che ruota attorno all’Udc e al Nuovo centrodestra di Alfano/Castiglione, trova oggi una ulteriore intesa per preservare in forme nuove la continuità del blocco di potere delle classi dirigenti e degli interessi imprenditoriali e mafiosi che sta dietro ad esso. 

Mimmo Cosentino, segretario regionale PRC SICILIA