Un tempo, ai miei tempi, neanche molto lontani, la città di Enna veniva citata per “l’Estate ennese”, ospitata nel Teatro più vicino alle stelle. In questo tempo, in questi giorni, è citata quale capoluogo più alto accerchiata dalle fiamme degli incendi boschivi.
Se fossi ancora ai miei tempi, interpellerei l’on. Assessore Regionale per l’Agricoltura e le Foreste, per sapere se risponde a verità che il Consorzio di Bonifica di Enna, creatore, a quei tempi dei boschi che si arrampicano sulle pendici sud di Enna, dispone di circa 450 braccianti, di fatto inoperosi; e se risponde a verità, per quali ragioni non vengono utilizzati per pulire il sottobosco dalle sterpaglie che rendono il bosco facilmente percorribile dal fuoco che divora gli alberi; per sapere se risponde a verità che gli operai forestali con la qualifica di antincendio, hanno assicurato, “ope legis”, un periodo lavorativo di almeno 151 giornate l’anno, ben superiori al periodo della campagna di antincendio, che dura quattro mesi, 104 giornate; e se risponde a verità, se nel periodo diverso dalla campagna antincendio vengono utilizzati per lavori di manutenzione e pulizia dei boschi, che è il vero antincendio, preventivo: a mia memoria, ormai lunga, non ricordi di boschi privati ben curati, percorsi dal fuoco.
Al successore del Senatore Cuffaro, chiederei quanto costa la convenzione tra Regione e la Società titolare degli aerei Canader utilizzati per lo spegnimento degli incendi: e se le stesse risorse fossero impegnate per le opere di prevenzione, di quanto diminuirebbe il costo per la Regione, cioè per i contribuenti; se a suo parere ciò rileverebbe per la società proprietaria della flotta ai fini degli ammortamenti e del recupero dei costi per acquisto e gestione: se non ci fossero incendi non ci sarebbe bisogno di aerei; a pensare male si fa peccato, ma chissà che sulla via dell’inferno, non si scorga qualche bagliore di verità.
E, invece si procede con la richiesta di nuove sanzioni, di nuove leggi per incendiari che non si scopriranno mai o che difficilmente sconteranno le sanzioni, come ricordava Manzoni, a proposito delle “Grida”: ma si era nel seicento: tempi troppo lontani; ma solo per calendario.
Tanino Virlinzi.
Da Vivienna del 12/08/2008