di Alessandra Belfiore per La Sicilia, Mercoledì 05 Gennaio 2011
È giallo sul congelamento delle graduatorie degli insegnanti. Dopo la presentazione del “decreto milleproporoghe”, lo scorso 22 dicembre, era ormai stato dato per certo che per l’anno scolastico 2011/12 non ci sarebbe stato nessun aggiornamento di punteggio né tanto meno la possibilità del tanto agognato spostamento di provincia. Invece, il decreto definitivo, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, non presenta la proroga sulle attuali graduatorie. Insomma, stando così le cose, il prossimo aprile, le graduatorie dei Csa di tutta Italia dovrebbero riaprirsi per consentire le consuete operazioni di rito. Stando così le cose, però, dal momento che il decreto, in sede di riconversione in legge, presumibilmente tra febbraio e marzo, potrebbe ancora subire delle modifiche e il reinserimento – in zona Cesarini – della proroga, e quindi del congelamento delle graduatorie stesse. Insomma, lo spauracchio del blocco potrebbe ancora essere all’orizzonte. In questa particolare congiuntura, la mancata possibilità di trasferimento per molti precari del Mezzogiorno potrebbe rappresentare l’ennesimo colpo di scure. I tagli si sono fatti sentire soprattutto nella nostra regione e, in generale, al sud. Insomma, si tratta di un’Italia spaccata in due.
Realisticamente allarmato anche il giudizio di Luca Cangemi, segretario regionale del Prc: «Oltre che dalla confusione normativa che sempre ha caratterizzato l’azione di questo governo sulla scuola, la manovra probabilmente nasce dall’esigenza di temporeggiare, di fronte alle incerte sorti del “milleproroghe” e alle complicazioni che potrebbero nascere considerato il vasto contenzioso giurisdizionale aperto sulle graduatorie. Il pericolo però non è per nulla svanito – ribadisce Cangemi – Da più parti si annuncia, infatti, la riproposizione delle graduatorie congelate, forse già con un emendamento durante la conversione in legge del decreto. C’è poi, da aggiungere che il governo non sa cosa fare sul cosiddetto “salvaprecari”, giacché gli effetti dei tagli, contrariamente a quanto affermato dalla propaganda gelminiana, perdurano e si aggravano. Ed anche questo sarà un capitolo assai complicato che può incrociarsi con la questione delle graduatorie. È necessaria una forte mobilitazione che tenga alta l’attenzione sul problema del precariato nella scuola e chieda non solo che non siano ulteriormente colpiti i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, ma che finalmente si persegua una soluzione generale di stabilità che è indispensabile per il sistema pubblico dell’istruzione».