di Alessandro Dal Lago – da il manifesto
Ogni tanto, l’infinita crisi del M5S, ininfluente in parlamento e poco visibile nella società, è ravvivata dalle espulsioni di qualche deputato.
Se non ci fossero le risibili consultazioni online sulla sorte dei reprobi, che osano criticare i leader, nessuno parlerebbe più di Grillo e tanto meno di Casaleggio.
Ecco, forse, la vera ragione della stanchezza di Grillo: la noia di chi ha dato vita a un movimento e ora non sa più dove sbattere la testa.
È molto difficile che il M5S si possa riprendere dalla crisi, anche se i sondaggi gli attribuiscono un certo radicamento sociale.
Dopo streaming insultanti o inutili, risultati elettorali deludenti (soprattutto nelle realtà locali), polemiche incessanti tra parlamentari e staff, licenziamenti di comunicatori e altre amenità, il M5S si trova di fronte al solito bivio: o mettersi a far politica e quindi deludere il suo elettorato anti-sistema o continuare con la finta opposizione, le sceneggiate con il bavaglio e tutto il repertorio folcloristico che porterà a un lento ma inevitabile declino. Insomma, o l’assimilazione o l’irrilevanza.
Il fatto è che il M5S si fonda su alcuni equivoci che, a meno di due anni dai trionfi elettorali del 2013, sono venuti clamorosamente Continua a leggere..
Source:: M5S, il declino della non politica