Ordine del giorno approvato a larghissima maggioranza dal Cpn del Prc-Se – Roma, 15 luglio 2018
Il superamento della crisi politica della sinistra di alternativa necessita di pratiche  istituzionali coerenti ed efficaci ai fini della formazione e ridefinizione di un blocco sociale antiliberista. Il contrasto al disegno  antipopolare delle classi dominanti richiede la riaffermazione dell’autonomia del partito e del suo punto di vista da parte dei suoi rappresentanti negli enti locali, nella costruzione e ricostruzione di un pensiero critico e di difesa dei diritti degli oppressi e del lavoro dipendente. Ciò può avvenire solo se si ci si pone fuori dal campo della concertazione e della compromissione, e se si dà vita ad un ruolo di controllo  costante delle misure amministrative. Soprattutto nelle grandi città, laddove si registra, con un ruolo maggioritario e preminente, la guida e la partecipazione diretta del Pd, tanto più se supportata da liste e articolazioni neocentriste e trasformiste, il ruolo del Prc deve essere collocato principalmente nel conflitto sociale. Occorre perciò operare, a partire dalle grandi città, fuori e in alternativa a tutte le Giunte di centrodestra, grilline, di centrosinistra.


Dobbiamo operare, nel vivo del conflitto sociale, per il diritto al lavoro, al welfare e alla centralità delle periferie, nella lotta per il diritto all’abitare e per l’inclusione, per scelte amministrative ecosostenibili sul terreno ambientale e su quello della difesa della microeconomia artigiana e commerciale, nel contrasto alle misure securitarie del cosiddetto “decoro urbano”, per il rilancio degli interventi che mettano in essere processi di reinsediamento delle produzioni agricole e industriali, coerenti con i principi della sovranità alimentare.
 
In poche parole rappresentare, anche nelle istituzioni locali, un riferimento coerentemente e strategicamente alternativo, e non di aggiustamento minimalista, alle politiche neoliberiste di tutti i poli politici esistenti, che negli ultimi anni  si sono  realizzati per volontà soprattutto del Pd, anche attraverso la concertazione di quei piani urbani  sottoscritti dai sindaci delle grandi città con Renzi e Del Rio, e la cui ricaduta ha colpito pesantemente la condizione sociale, umana e civile della parte più debole delle metropoli e delle grandi città.