La legge finanziaria approvata dall’Ars – nel pieno della crisi politico–giudiziaria che ha coinvolto Raffaele Lombardo, il suo partito e diversi esponenti del centrodestra – è stata votata da una coalizione che ha visto assieme il Pdl Sicilia di Miccichè e Dell’Utri, gli autonomisti del Mpa, il Pd. In queste settimane è stato ripetutamente strombazzato il carattere riformatore di questo passaggio legislativo, dall’acqua ai rifiuti, alla stabilizzazione dei precari. Di queste mirabilia non c’è traccia alcuna, né per il presente, né per il futuro. Anzi, al di là della grancassa propagandistica, vediamo crescere il degrado sociale e morale causato dall’intrecciarsi complesso di manovre che ingrassano – in un contesto che è complementare e interno alle politiche berlusconiane – le clientele del sistema di potere lombardiano e gli affari di una borghesia mafiosa sempre più forte, anche perché non sufficientemente contrastata. E che negano bisogni sociali e bene comune.
Intervengono: G.Nobile, L.Cangemi, G.Caruso, P.Castorina, G.Centineo, M.Cosentino, M.Failla, E.Giuffrida, A.Inserra, P.Milazzo, M.Mingrino, S.Sconza, C.Urzì, G.Vindigni, A.Tomarchio, O.Licandro.