di Giovanni Lucifora
La settimana appena trascorsa ha visto la questione rifiuti alimentare il confronto politico cittadino, con particolare riferimento alla grave situazione in cui versa l’AMIU. Mi è parso che tutti concordono per la dismissione dell’azienda speciale, ma non ho avuto modo di vedere un’analisi seria ed approfondita della questione, che non è l’AMIU di per sé, quanto l’emergenza ambientale che coinvolge l’intero territorio della provincia di Ragusa e le iniziative di carattere amministrativo che con urgenza occorre adottare prima che l’emergenza diventi dramma. Per quanto riguarda l’AMIU ciò che preoccupa è l’ammontare dell’esposizione debitoria che ammonta a circa 17 milioni di euro. Si tratta di una cifra notevole di cui si dovrà fare carico il bilancio del Comune unitamente all’altro debito che il Comune detiene nei confronti dell’ATO.
Considerato che né lo Stato né la Regione hanno alcuna intenzione di sanare la situazione debitoria dei comuni, questo debito è presumibile che dovrà ricadere sulle tasche dei cittadini. E’ lo specchio di quest’Italia che non riesce ad amministrare le proprie risorse con rigore e, soprattutto, con oculatezza.
Tutti, indistintamente, si sono espressi per rimarcare che l’AMIU è stato in tutti questi anni un ammortizzatore sociale ed oggi, tutti, indistintamente, sono d’accordo sul fatto che l’azienda, indebitata com’è, deve essere liquidata. Ma se tutti concordano sul fatto che l’AMIU oltre ad occuparsi di rifiuti ha funto da ufficio di collocamento, e non sempre nel pieno rispetto della legalità, secondo quanto affermato dai detrattori, per quale motivo ora si dovrebbe liquidare? Alcuni sostengono che bisogna procedere con la liquidazione perché previsto dalla legge.
Ma è certo che la legge prevede proprio la liquidazione delle aziende speciali? Oppure si tratta di società aventi per oggetto attività di produzione di beni e di servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali? Pare che in alcune regioni, come la Puglia, molti comuni hanno chiesto, prima di procedere alle dismissioni, appositi pareri alle sezioni regionali della Corte dei Conti e, in alcuni casi, sembra che tali pareri siano piuttosto favorevoli al mantenimento delle società, sempre che queste producano servizi di interesse generale. Tra l’altro in provincia di Ragusa ci troviamo nella particolare situazione che l’ATO non svolge alcun servizio, né il soggetto attuatore, individuato nell’ordinanza n. 151 del Presidente della Regione, ha provveduto, malgrado siano trascorsi oltre 6 mesi, a bandire la gara su base provinciale per l’individuazione della ditta cui affidare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Il Vice sindaco Cilia, in una recente intervista, ha dichiarato che l’ipotesi prima prospettata della partecipazione al progetto dell’ATO CL2 di Gela non è più perseguibile (ma va là?) e che la soluzione ultima scelta dall’Amministrazione vittoriese era quella di affidarsi all’ATO di Ragusa per la realizzazione della raccolta differenziata, oltre a procedere urgentemente alla dismissione dell’AMIU (Eventisicilia 10 maggio 2012). Ma resta il fondato sospetto che anche questa prospettazione trovi ostacoli difficili da superare. La legge finanziaria regionale pubblicata lo scorso 11 maggio, infatti, a proposito di ATO stabilisce che “..le gestioni cessano il 30 settembre 2012 e sono trasferite in capo ai nuovi soggetti gestori con conseguente divieto per i liquidatori degli attuali Consorzi e Società d’ambito di compiere ogni atto di gestione. Gli attuali Consorzi e Società d’ambito si estinguono entro il 31 dicembre 2012” , per cui appare assai difficile, stante la ripartizione delle competenze in atto previste dalla legge, anche in riferimento all’ordinanza 151, che l’ATO possa indire la gara.
Tra l’altro non si capisce perché il Comune rinuncia a perseguire la strada di una soluzione alternativa all’ATO e alle SRR visto che la stessa legge regionale prevede che:” I comuni possono presentare all’Amministrazione regionale, ai sensi del citato articolo 3 bis ed entro il 31 maggio 2012, la proposta di individuazione di specifici bacini territoriali di dimensione diversa da quella provinciale, purché la proposta sia motivata sulla base di criteri di differenziazione territoriale, socio economica, nonché attinenti alle caratteristiche del servizio”.
La possibilità di consorziare i Comuni dell’area trasformata ai fini del trattamento dei rifiuti mediante la raccolta differenziata, a mio avviso, potrebbe costituire un’occasione straordinaria per rendere il servizio efficiente ed efficace anche per quanto riguarda i costi di gestione. Ritengo, pertanto, che tra un’improbabile assunzione del servizio da parte dell’ATO di Ragusa, prossimo alla chiusura, e la possibilità di sperimentare un nuovo percorso che vedrebbe il Comune di Vittoria capofila dei comuni costieri, credo che questa seconda ipotesi potrebbe essere di gran lunga la più percorribile.
Di fronte al rincorrersi di proposte, di cifre, di proclami che finora hanno soltanto creato tanta confusione tra i cittadini, e anche tanta preoccupazione, sarebbe opportuno che il Sindaco di Vittoria procedesse al più presto alla convocazione di un tavolo tecnico, cui chiamare a partecipare persone “veramente” competenti, per definire in tempi brevissimi un percorso amministrativo chiaro e finalmente definitivo per risolvere il problema dei rifiuti a Vittoria e anche quello della messa in sicurezza della discarica, senza il quale la Città rischia di precipitare nella pattumiera e, con essa, la sua classe politica.