Pio La Torre, ucciso, insieme a Rosario Di Salvo, dalla mafia Il 30 aprile del 1982, rappresenta uno straordinario esempio di ciò che i comunisti hanno rappresentato nella storia della Sicilia e del paese ,la sua esperienza costituisce per noi  una ispirazione permanente.La vita di Pio si identifica con la lotta per una Sicilia liberata dalla mafia, trasformata socialmente,isola di pace  nel Mediterraneo . Giovanissimo è protagonista del movimento per la terra che fu un complesso moto di rinnovamento sociale, politico, culturale capace di investire settori diversi della realtà siciliana. A questo impegno, come una intera generazione di militanti, paga un prezzo altissimo, di fronte all’attacco mafioso e alla repressione politica.
Viene arrestato per il tentativo di occupare un feudo a Bisacquino, rimane in carcere per circa un anno e mezzo, in prigione vive  la morte della madre e della nascita del primo figlio. Il suo impegno dagli anni cinquanta agli anni settanta è intensissimo nel PCI siciliano ed in quello nazionale,nella società e nelle istituzioni. Storica rimane, la relazione di minoranza redatta insieme a Cesare Terranova, alla prima commissione antimafia.
All’inizio degli anni ’80 l’ultima sfida: tornare a dirigere il PCI siciliano, in una situazione difficilissima, mentre le istituzioni palermitane vengono colpite da un’ondata di delitti mafiosi e la Sicilia viene scelta come base per i missili americani “cruise”. La Torre ricompone il quadro: mutamento delle coordinate geopolitiche legato all’intervento degli USA nel Mediterraneo, nuovi equilibri nei poteri economici legati all’emergere “dei cavalieri del lavoro”, riassetto delle classi dirigenti.
La risposta è un grande impegno con al centro la lotta per la pace, Comiso diventa il simbolo di un grande movimento. La mano assassina , alla vigilia dell’anniversario della strage di Portella della Ginestra, rompe il filo di quell’impegno.
A distanza di quasi tre decenni ricordiamo Pio La Torre con orgoglio e cura, perché molto di quell’esperienza va studiato, perché sappiamo che difendere la storia dei comunisti e delle lotte delle classi subalterne è parte decisiva della battaglia per un futuro diverso.
Luca Cangemi, Segretario regionale PRC Sicilia