Parla Dante De Angelis, licenziato per aver parlato dei treni spezzati. Ieri e oggi, sciopero di 24 ore per la sua riassunzione
È diventato, suo malgrado, un po’ un simbolo delle questioni della sicurezza nelle ferrovie. Tanto che i ferrovieri dell’Assemblea nazionale – organismo trasversale che raccoglie iscritti a tutte le sigle sindacali – hanno indetto 24 ore di sciopero (dalle 21 di ieri alle 21 di oggi) per la sua riassunzione. Dante De Angelis è stato licenziato il giorno di ferragosto, per avere denunciato lo «spezzamento» di un Eurostar (Etr 500) nella stazione centrale di Milano il 14 luglio scorso: «La goccia che ha fatto traboccare il vaso – dice lui – L’ultimo di una serie di episodi che, dopo decine di segnalazioni, mi ha fatto sentire legittimato a una dichiarazione pubblica».A che punto è la vertenza che ti riguarda?
Ufficialmente sono ancora «licenziato», l’8 giugno ci sarà la prima udienza della mia causa. I rapporti con l’azienda si sono interrotti a gennaio, quando mi hanno chiesto di ritrattare quanto avevo detto. Mi chiedevano di dire che gli Eurostar non hanno problemi di manutenzione, che gli spezzamenti si sono verificati per errori del personale, che comunque tutto era stato risolto e che loro, le ferrovie, avevano avuto sempre la massima cura nel rapporto con gli rls. Sarei stato disposto a ingoiare qualche rospo per rientrare al lavoro, ma quella era un’umiliazione. Non solo mia, ma di tutti i ferrovieri.
C’è un problema di manutenzione, e dunque di sicurezza, nelle ferrovie italiane?
Dopo i due Eurostar spezzati a Milano, la procura ha aperto un’inchiesta, che poi è stata archiviata: nel fascicolo però si indicava la causa degli spezzamenti in operazioni improprie del personale e si diceva che sarebbe stato compito dell’azienda impedire tali operazioni. L’azienda invece, complice il silenzio stampa sulla vicenda, ne ha approfittato per dire, «ecco, avevi torto». Anche la procura di Orvieto ha aperto un fascicolo su una serie di incidenti che fortunatamente non hanno avuto conseguenze sulle persone – treni che hanno preso fuoco o che hanno perso pezzi in corsa – verificatisi a pendolini sulla tratta direttissima Roma-Firenze, dove i treni corrono velocissimi: in quel frangente come rls abbiamo deciso di ridurre la velocità delle vetture, da 250 a 160 chilometri all’ora, cosa che ha fatto imbufalire l’azienda. Nel fascicolo della procura di Orvieto si fa riferimento a lacune nella manutenzione. Perciò quando si è spezzato quel treno a Milano, è stato un po’ come la goccia che ha fatto traboccare il vaso: l’azienda non voleva rompiscatole, il sindacato faceva interventi non efficaci e noi ci siamo mossi. Anche perchè su altre questioni avevamo ottenuto dei risultati: nel caso delle «porte killer» siamo riusciti a far mettere in sicurezza una parte dei treni. Un quarto dei treni resta scoperto, e solo negli ultimi quattro mesi due persone sono morte e tre sono rimaste mutilate.
Oltre al tuo caso, qual’è l’atteggiamento dell’azienda nei confronti di chi è tenuto a occuparsi di sicurezza?
Nelle ultime settimane l’azienda ha messo in moto un attacco a tutti gli rls. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di Bologna è stato costretto alle dimissioni per avere scritto una lettera a parlamentari, a Firenze l’azienda non riconosce l’rls perchè è convinta che si tratti di una persona che darà fastidio, e si potrebbe continuare. L’intenzione è quella di scoraggiare chiunque voglia fare il delegato.
Ti hanno accusato di fare campagna elettorale per una tua candidatura al parlamento europeo…
La proposta mi è stata fatta da Prc e Pdci, ma vi ho rinunciato.
di Sara Farolfi su Il Manifesto del 10/05/2009