Niente da fare, si alzi bandiera bianca, vada in pensione Cetto La Qualunque, l’intero apparato mediatico si inchini e accetti la propria inefficacia rispetto all’esuberanza del grande capo “Culo Flaccido”. Per giorni e giorni i poveri sgherri di regime si sono incontrati, affaticati, a volte anche insultati fra loro, allo scopo di poter uscire dal fango (in realtà vera e propria merda) in cui era precipitata Lampedusa. Promesse, minacce, blaterazioni dialettali, mitra puntati e “fora da i ball”, tende da campo e acqua per irrorare i profughi, tutto sparisce in rapporto alla visita della quint’essenza del capitalismo nostrano disceso in terra a portare il verbo. Il vero mitra che in pochi minuti ha annientato ogni dissenso si è disvelato in pochi minuti.
Il volto sorridente in mezzo alla folla che applaudiva affascinata dalle suadenti parole – i contestatori erano stati preventivamente allontanati – l’elenco di provvedimenti berlusconiani è stato tale da far impallidire il celeberrimo “milione di posti di lavoro”. Si fa fatica semplicemente a ricordare tutto nel giusto ordine. “Entro 48/60 ore nell’isola non ci saranno più immigrati” Ohhhhhh! “Lampedusa diventerà a burocrazia zero” Ohhhhhh! “Si potrà costruire rispettando le norme e solo a lavori fatti il Comune potrà verificare la regolarità dei valori” Siiiiiiiiiiiiiiiiii! Bisogna colorare l’isola, le sue case devono somigliare a quelle di Portofino, il governo lo farà a proprie spese” Evvvvaiiii!!!!!. “Ho già parlato con l’ENI (col cane a sei zampe?), da voi il gasolio per i pescherecci costerà di meno” Ancoraaa! Ancoraaa!, “Ho comperato via internet la Villa Due Palme a Lampedusa, diventerò lampedusano anche io” Aleeee ohhhhohhoo Aleeeee ohooo!!! “Lampedusa diventerà zona franca, non si pagheranno le tasse” Immensooooooooooooo!!!!! “Lampedusa diventerà un paradiso (fiscale?).
E se forse per qualche minuto a Lampedusa si dimentica la crisi idrica, il dramma delle tante persone il cui destino è appeso ad un filo, se si può sognare un grande futuro per un isola la cui economia si basa da decenni su pesca e turismo, forse vale la pena non lasciarsi prendere dall’emozione e mettere in fila per come sono queste affermazioni per cercare di capire a cosa mirano. Una ipotesi, il Messia, accompagnato dal suo fido Angiolino, è in realtà uomo pratico che bada al sodo.
Un esempio? La casa acquistata può diventare la sua residenza? E se quella diviene la sua residenza, si pagheranno lì le tasse? E se Lampedusa diventerà zona franca avrà un regime fiscale modello Montecarlo? Quindi il premier non pagherà le tasse? Quindi i suoi cortigiani che potranno costruirsi ville pacchiane anche nel paradiso incontaminato dell’Isola dei Conigli, oasi naturale invidiata da tutto il mondo, avranno le stesse agevolazioni? Ci sarà Villa Scilipoti, con il mutuo già pagato, Villa Scajola, ma Scajola la riceverà in regalo da uno sconosciuto che si firma S.B. Ci saranno tanti piccoli appartamenti su Cala Pisana per un complesso che verrà chiamato “Olgettina 2” ovvero il villaggio delle minorenni. Ci sarà Villa Lingua, divisa a metà fra Minzolini e Fede, ci sarà l’ “Hotel dei Responsabili” un 5 stelle con tutti i servizi necessari compresa la possibilità di votare in parlamento senza muoversi dall’ombrellone.
Da ultimo il “Beauty Center Bertolaso”, massaggi che ti rimettono al mondo esentasse. Al di là della satira viene da immaginare che se questo incubo si avverasse i 22 km quadrati di un isola arsa dal sole, brulla ma stupenda nella sua rudezza, diventerebbe una unica colata di cemento armato. Non arriverebbero più i barconi della speranza e anche i pesci si terrebbero alla larga da catrame, asfalto, liquami scaricati in mare, desolazione e grigiore modello Milano 2. Chissà che i figli dei lampedusani che oggi applaudono inebriati domani non maledicano i propri padri!

Stefano Galieni