
La protesta dei tanti piccoli imprenditori siciliani e non solo, presenta una piattaforma confusa e piena di parole d’ ordine antipolitiche e demagogiche, ma le istanze originarie rappresentano un malessere sociale che è condivisibile.
Esiste però una strana anomalia che noi abbiamo notato sin da subito.
Il profondo disagio economico che vivono migliaia di microimprese agricole, commerciali, artigianali dell’isola ed anche tanti studenti e semplici cittadini da oltre un decennio, è stato catalizzato e organizzato dai grossi gruppi che gestiscono i trasporti (non gli autotrasportatori) e la commercializzazione (non i commercianti) dei prodotti agricoli siciliani.
Figure ( quelle degli organizzatori) che il procuratore Grasso ha definito borghesia mafiosa.
Hanno organizzato in punti strategici fermi e blocchi, imponendo la chiusura dei mercati agricoli più importanti, e guarda caso la risposta, per la prima volta, è stata immediata. Cosa strana e singolare in una terra dove l’immobilismo è la regola.
Ancor di sospetta, se si evidenzia che poche ore prima che iniziasse il blocco una delegazione di “forconi” si era incontrata col Presidente della Regione, a fronte di quell’incontro è seguito il blocco dell’economia siciliana.
Dopo due giorni di protesta la stessa delegazione si incontrerà a breve nuovamente con il Presidente Lombardo, sostenuto dal Pd siciliano, per ottenere cosa? Se tutto dipende da Bruxelles (risposta che Lombardo ha dato ai forconi venerdì scorso) dopo solo due giorni cosa è cambiato? Non si poteva trovare prima l’accordo? Perché questa prova di forza ha visto schierati all’unisono tutti i network siciliani? Perché attaccare la politica in modo generico per poi rivolgersi e rivalutare sempre i soliti noti cioè i responsabili di questo sfascio economico e sociale? Cosa ci fa il presidente Zamparini (presidente del Palermo Calcio) che guida un movimento che incita alla rivolta fiscale? Cosa ci fanno i dirigenti di Forza Nuova? Cosa fanno alcuni dirigenti regionali del PDL e dell’MPA mascherati da forconi?
Infine ci chiediamo, da dove vengono i fondi per tappezzare l’intera regione con manifesti che promuovono “forza d’urto”?
Questa manifestazione intercetta il disagio, soffia sul fuoco della disperazione e alimenta il malcontento popolare che cova da tempo per le vessatorie misure economico fiscali introdotte dai governi (regionali e nazionali) di centrodestra ma è di stampo reazionario e vandeano.
Punta a mantenere le garanzie dei soliti noti.
E’ capeggiato da leader che provengono dal centrodestra (non si escludono anche infiltrazione malvitose), cioè da quelle forze che hanno governato fino a novembre e che hanno colpito pesantemente questo blocco sociale di piccole e medi operatori ai quali dopo l’incontro tra i forconi e Lombardo resterà la loro giusta rabbia e la loro giusta rivendicazione.
Pertanto sarebbe necessario lanciare una controffensiva politica, una proposta che possa trasformare un disagio giusto in un reale lotta politica, con forme di lotte dure ma non autolesioniste e che raccolgano la partecipazione convinta dei cittadini.
Potrebbero valutarsi campagne di protesta e boicottaggio verso i simboli della crisi, banche, assicurazioni e compagnie petrolifere.
Si potrebbe cercare di riportare la protesta fuori della semplice antipolitica, indicando al movimento i responsabili politici di questa crisi, chiedendo le dimissioni di Lombardo e del suo governo tecnico con il PD.
Sul terreno delle proposte rilanciare con forza il reddito di cittadinanza per i disoccupati ed una piattaforma di rivendicazione al governo nazionale sul tema delle politiche agricole e sulle misure a sostegno del welfare e dello sviluppo.
Ragusa, 18.01.2012
i compagni
Salvatore Nicastro
Marco Dimartino
Mimmo Cosentino