CONGRESSO REGIONALE DEL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA – SINISTRA EUROPEA DELLA SICILIA

Il Congresso regionale del Partito della Rifondazione Comunista della Sicilia condanna l’invasione russa dell’Ucraina e l’espansionismo della Nato. Ribadiamo il nostro impegno per la pace e contro la guerra che è in contrasto con i principi fondamentali della nostra Costituzione.

Siamo contro la guerra senza se e senza ma, quindi contro l’esportazione delle armi decisa dall’Unione Europea e dalla quasi totalità del Parlamento italiano. Per questo chiediamo un immediato cessate il fuoco, raggiungibile solo tramite un negoziato. Siamo solidali con i popoli ucraino e russo che subiscono questo conflitto tra oligarchie nazionaliste e potentati economici, che si nascondono dietro la retorica nazionalista del Governo russo e l’espansionismo della NATO.

La guerra rappresenta un salto di qualità nelle contraddizioni capitalistiche dopo la svolta epocale nelle relazioni sociali ed economiche determinate dalla pandemia che ha imposto nuove forme di autoritarismo e pratiche emergenziali.

In tale contesto è decisivo contrastare la corsa agli armamenti a partire dalla nostra Isola. Ci battiamo per una Sicilia smilitarizzata e denuclearizzata, per la chiusura del MUOS e delle infrastrutture militari presenti sul territorio. Vogliamo una Sicilia accogliente e ponte di pace e di cooperazione fra i popoli del Mediterraneo, al fianco della Palestina vittima di un’illegale occupazione coloniale

La Sicilia è la regione più diseguale d’Italia con una piccola élite ricchissima e una larghissima maggioranza dalla cittadinanza che vede peggiorare le proprie condizioni di vita, giorno dopo giorno. Gli assetti produttivi sono messi in discussione dai processi di delocalizzazione e di deindustrializzazione (emblematici sono i casi di Pfizer e Almaviva) creando nuova disoccupazione e provocando la fuga delle e dei giovani. Gran parte del lavoro è escluso dalle tutele: si afferma in modo strutturale la precarietà e, nel settore pubblico, la logica delle esternalizzazioni.

Nelle campagne si conferma sempre di più il processo di concentrazione della proprietà in poche mani, mentre le politiche europee favoriscono il formarsi di grandi aziende capitalistiche che cannibalizzano le piccole realtà contadine rimaste.

Rifondazione Comunista si batte per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, nel pubblico e nel privato, per la convergenza delle vertenze nei luoghi di lavoro e nei territori.

Riconfermiamo e rilanciamo la battaglia per la centralità del ruolo del Pubblico nell’economia, nei servizi fondamentali e nei beni comuni (come la scuola, la sanità, l’energia e la tutela dell’ambiente), oggi messi in pericolo dalle privatizzazioni

Gli enti locali possono svolgere un ruolo cardine per contrastare le politiche di privatizzazione dei servizi e dei beni comuni ed è compito di Rifondazione Comunista costruire processi di egemonia nei territori al fine di contrastare nella società e nelle istituzioni, sia al governo che all’opposizione, queste scelte neoliberiste.

Il governo Draghi sta aggravando ulteriormente l’emarginazione della Sicilia e del Meridione e le difficoltà sociali della sua popolazione, sia con le misure economiche adottate, sia con i provvedimenti di ristrutturazione delle istituzioni, a partire dai tentativi delle autonomie differenziate che favoriscono i territori ricchi del centro e del nord.

Questo vale tanto più se pensiamo che le misure del PNRR vanno nella direzione dei processi di accumulazione capitalistica, non dando una risposta ai bisogni fondamentali dei cittadini: diritto all’abitare, mobilità sostenibile, sicurezza sociale, edilizia scolastica e medicina preventiva e territoriale.

Il governo Musumeci e la sua maggioranza si sono caratterizzati per un duro scontro interno di potere per rappresentare specifici e clientelari interessi di parte. A essi ha corrisposto la latitanza del PD e del centrosinistra, concertativo e subalterno o, nel migliore dei casi, capace solo di esprimere un’opposizione di facciata, propagandistica e funzionale alla stabilità del sistema di potere dominante.

Esiste in Sicilia un vasto e plurale movimento di lotte: dalle organizzazioni femministe ai comitati per la tutela ambientale, dai tanti comitati locali in difesa dei beni comuni e dei servizi pubblici, alle tante vertenzialità diffuse.  Quest’insieme di attivisti e di sensibilità costituisce il riferimento ideale per dare rappresentanza ai diritti e alle rivendicazioni per un altro mondo possibile e per una reale attuazione della parità di genere.

In queste condizioni il compito principale delle comuniste e dei comunisti è il rilancio dell’iniziativa politica e sociale, l’internità alle lotte e ai movimenti, da accompagnare con pratiche mutualistiche fondamentali per affermare un nuovo modello di società. Pertanto, la generalizzazione e la riunificazione delle lotte sociali e politiche rappresentano la condizione necessaria per determinare un mutamento dei rapporti di forza con cui ottenere un’efficace rappresentanza nelle istituzioni siciliane, traducendo le istanze diffuse in un programma politico intorno al quale realizzare una convergenza dei soggetti disponibili alla costruzione di polo della sinistra antiliberista.

Tale soggettività deve credibilmente proporsi a rappresentare sul piano istituzionale la domanda sociale che emerge dai territori provando a sconfiggere la destra e costruire l’alternativa ai poli esistenti e al cosiddetto campo largo.

Riteniamo che i comuni e le aree metropolitane debbano essere uno dei livelli della ricostruzione del radicamento sociale per dare voce ai bisogni popolari, costruire comunità, terreni di lotta e sperimentazioni per la costruzione di alternative alle politiche neoliberiste imposte del governo.

A partire anche dall’esperienza della rete delle città in comune, il Prc in Sicilia deve assumere un ruolo promotore nella costruzione di un polo della sinistra che a livello locale realizzi ampie convergenze con tutte le forze antiliberiste, a sinistra del PD, capace di diventare punto di riferimento per larghi settori sociali e politici.   

Vanno incalzate e sfidate sul terreno programmatico tutte quelle forze politiche e sociali che si richiamano al movimento dei lavoratori e delle lavoratrici, alla lotta per la difesa della Costituzione, alla tutela dei diritti del mondo del lavoro e alla salvaguardia ambientale, perché si passi dalle parole a comportamenti conseguenti e coerenti.

Se la nostra proposta politica si legittima sulla nostra forza e sul nostro radicamento, la nostra credibilità vive sulla coerenza dei nostri comportamenti e sul non venir meno ai nostri valori tradotti in programmi e proposte concrete.

Documento politico del Congresso regionale approvato all’unanimità dall’Assemblea dei delegati.