La chiusura della Fiat di Termini Imerese, la sospensione delle attività all’Anic di Gela, la drammatica condizione dei braccianti derubati dei loro diritti, il crollo del reddito nelle piccole e medie aziende agricole, la disperazione dei disoccupati e la crescente precarietà per decine di migliaia di giovani laureati e diplomati: questa è la condizione in cui versa gran parte della popolazione siciliana.
Lo stato di abbandono delle grandi città, così come dei centri minori, l’assenza di una qualsiasi proposta di Monti e Lombardo in grado di attivare risposte efficaci contro la crisi economica, i processi di desertificazione produttiva e la contestuale aggressione alla vocazione naturale dei territori, rimandano senza appello alle responsabilità della UE, dei governi nazionale e regionale.
Il governo Lombardo, sfruttando l’appoggio del Pd e l’assenza di una rappresentanza della sinistra all’Ars che garantisse l’opposizione, ha contribuito ad aggravare la crisi della Regione, con lo sperpero delle risorse, la riproposizione delle vecchie pratiche clientelari e con l’asservimento agli interessi dei comitati d’affare, in piena continuità con l’operato di Cuffaro.
Una crisi che è anche morale e civile, amplificata dalle vicende giudiziarie di Lombardo per i suoi rapporti con esponenti di spicco della criminalità mafiosa.
L’Ars abbia un sussulto di dignità e con la sfiducia ponga fine al degrado e all’uso arrogante e privato dell’istituzione autonomista.
Le rivendicazioni dei lavoratori, le mobilitazioni dei comitati per l’acqua pubblica, le lotte delle comunità e degli ambientalisti, per affermare il primato dei beni comuni e il rilancio della agricoltura isolana, contro le privatizzazioni, contro la cementificazione delle coste, contro gli appetiti speculativi, contro la militarizzazione, contro i rigassificatori, contro il Muos di Niscemi, pongono con forza l’urgenza della discontinuità e della rottura del sistema di potere affaristico-mafioso, e la necessità di dare rappresentanza alle istanze della speranza e del cambiamento.
Il risultato delle elezioni amministrative di Palermo, così come di altri comuni dell’isola, ci dicono che è possibile scrivere una nuova pagina nella storia della Sicilia, di riscatto, di democrazia, di giustizia sociale.
I sottoscritti firmatari chiedono, quindi, a Donne e Uomini, ai Partiti, ai Movimenti e alle Associazioni interessate della sinistra siciliana, di dare vita ad una lista unitaria della sinistra sociale e politica.
Non si tratta di porre solo l’obiettivo elettorale, comunque giusto, di evitare la dispersione dei voti e del superamento dello sbarramento al 5% . Occorre costruire, anche nella scelta del candidato Presidente, la sfida dell’alternativa, fondandola sull’impegno a sostenere politiche attive per l’occupazione e per una crescita che valorizzi le risorse umane, culturali, naturali, produttive esistenti in Sicilia. E che assuma fino in fondo la sfida contro le politiche liberiste.