tratto da http://www.malgradotuttoweb.it/favara-e-antonio-palumbo-lago-della-bilancia-del-ballottaggio/

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L’exploit del segretario provinciale di Rifondazione Comunista fa gola ai due schieramenti. Ma Palumbo, intervistato da Giuseppe Piscopo, afferma: “Per un nostro coinvolgimento diretto devono cambiare scenari politici, rivisitazione di programmi, azzeramenti di giunte nominate. Stando all’attuale situazione non vediamo governabilità in tutti e due gli schieramenti”.

Palumbo intervistato da Piscopo

Nella lunga notte dello spoglio elettorale il suo nome è stato pronunciato ben 2906 volte, dai presidenti delle 35 sezioni. Da via Roma a via Basile, dal rione Trizzera al rione Guardia, da via Agrigento a via Olanda. Si è capito subito che la vera sorpresa del primo turno della corsa per il sindaco di Favara portava un nome preciso. Era quello di Antonio Palumbo, consigliere comunale uscente di Rifondazione Comunista a capo di una lista civica “Favara per i beni comuni”, compagine che ha coinvolto in questa campagna elettorale tanti cittadini che magari in passato non hanno mai alzato il pugno nelle piazze o sventolato la bandiera rossa con la falce e martello. Il suo “peso” politico forse era stato sottovalutato dagli addetti ai lavori che non lo intravedevano nella corsa per un posto al ballottaggio. Ma quasi 3000 elettori  hanno voluto puntare su un uomo del popolo, un  operaio, il sindaco-benzinaio. E forse la sua forza deriva proprio dal suo lavoro. Tra un pieno di benzina ed una lavata di vetri quotidianamente Palumbo è in stretto contatto con i suoi cittadini. E mentre la pompa eroga il carburante, il contatto con l’automobilista diventa un breve filo-diretto con il potenziale sindaco. Segnalazioni, richieste, suggerimenti. Senza fare anticamere nelle segreterie politiche, ma una semplice sosta per un rifornimento.

 “Sono stato sempre a contatto con la gente –ci dice Antonio Palumbo nel corso di una nostra intervista– in oltre 20 anni di attività politica. Ho avuto più visibilità in questi 5 anni di consiliatura. Ma, credetemi, il bagaglio di conoscenze sulla mia città l’ho riempito in lunghi anni di militanza coerente in uno schieramento. Senza saltimbanco o opportunismo per un posto al sole”. 

Antonio Palumbo

Non è facile condurre una intervista con Palumbo. Il telefono squilla continuamente, tra complimenti per il risultato ottenuto e una domanda che sta diventando un tormentone in queste ore negli ambienti politici, nei bar e per le strade della cittadina chiaramontana: cosa farà Palumbo al ballottaggio? Prenderà una posizione bel precisa o ritornerà nel suo impianto di distribuzione per continuare ad ascoltare la città e continuare battaglie civili fuori dal Palazzo? Abbiamo subito “capovolto” l’intervista partendo non dall’analisi del voto, dato ormai passato alla storia, ma a quello che succederà da oggi al fine settimana. 

Anna Alba sfida Gabriella Bruccoleri: nell’imminente turno di ballottaggio qual è la tua posizione?

“Bella domanda. Da lunedì sera la gente mi ferma per strada, mi fa i complimenti e mi chiede la stessa cosa. Ed allora andiamo con ordine. Sono stato contattato da alcuni esponenti della coalizione di “Favara nell’anima” che sostiene Gabriella Bruccoleri per un mio coinvolgimento diretto in giunta. Io non sono il titolare di una posizione politica. Sono stato il candidato a sindaco della lista “Favara per i beni comuni”, una squadra fatta da compagni di vecchia data e cittadini provenienti dal volontariato, dalla scuola, dall’artigianato, da disoccupati, da professionisti. Ieri sera abbiamo esaminato il voto di domenica nell’assemblea del gruppo e ho subito prospettato questa richiesta, senza tatticismi e sotterfugi. La maggioranza, di chi mi è stato vicino in questo duro ed affascinante primo turno, ha espresso un secco “no” ad un nostro coinvolgimento. Anche se ci promettono carta bianca, visibilità in giunta e programmi condivisi ci “bloccano” alcune cose importanti. La coalizione che ha espresso Gabriella Bruccoleri non ci dà affidabilità di governo per la città. Non è un problema della candidato a sindaco, ma dei politici che ci sono dietro e di un programma fatto di belle parole a fronte di quello nostro fatto di frasi semplici, efficaci che hanno centrato da subito i problemi della comunità fornendo le soluzioni”. 

Mentre parliamo il telefono continua a squillare continuamente. Gente comune ed operatori politici sono quasi “connessi” con il nostro taccuino. Chiedono le stesse cose.
“Un altro problema è dato dalla composizione del nuovo consiglio comunale. Ci sarà una stabilità governativa, che la legge vuole con il premio di maggioranza, o alcuni consiglieri, come nel passato, giocano nel balletto maggioranza-opposizione a seconda delle tematiche trattate? Sono questi gli scenari che non ci fanno vedere orizzonti limpidi”.
Ma i tuoi 3000 voti che strada prenderanno? 

“Non pensiamo di dare indicazioni dirette di voto. Anche perchè l’altro schieramento non ci dà affidabilità di governo. La gente ha votato Movimento 5 stelle per protesta, a prescindere dal programma, dal candidato a sindaco o agli assessori designati. E poi, in caso di vittoria dei grillini, in consiglio comunale entreranno 14 nuovi consiglieri, senza una minima esperienza. Ed in politica invece la conoscenza e l’esperienza è importante”.

Antonio Palumbo è in tenuta di lavoro. Indossa solo la camicia con il marchio della casa petrolifera. Ma paradossalmente, e noi siamo stati testimoni oculari, telefonicamente è “tirato” per la giacca da operatori politici dei due schieramenti.

Palumbo con i suoi sostenitori
 

Ma è possibile un tuo coinvolgimento nella compagine di Anna Alba, anche se per i 5 stelle gli apparentamenti politici non sono ammessi per statuto?.
“Non è vero. A Ragusa hanno vinto grazie all’ingresso in giunta di un esponente di una lista di sinistra, nominato vicesindaco. Ma per il momento, lo ribadisco, non c’è nessuna possibilità di coinvolgimento mio diretto”.
Porta chiusa in “faccia” sia ad Alba che alla Bruccoleri, o minimi spiragli aperti, per rispetto anche di chi ti ha votato e spera in un tuo ingresso a palazzo di Città’?
 “Ripeto. Per un nostro coinvolgimento diretto devono cambiare scenari politici, rivisitazione di programmi, azzeramenti di giunte nominate. Stando all’attuale situazione non vediamo governabilità in tutti e due gli schieramenti”.
Ed allora cosa farai per i prossimi 5 anni?

“Quello che ho sempre fatto. Presenza tra la gente, lotte referendarie, campagne per i beni comuni. Non più solo con un gruppetto di vecchi compagni, ma con tanta gente che ci ha promesso di restare accanto”. 

Ma ci può essere una novità che già da domani potrebbe cambiare il destino politico del segretario provinciale di Rifondazione Comunista?
“Siamo in febbrile attesa sui riscontri dei verbali delle varie sezioni. Siamo vicinissimi alla soglia del 5 per cento per far scattare un nostro seggio, che mi permetterebbe di continuare a fare le battaglie nell’Aula Falcone Borsellino. Siamo al 4.93%, abbiano attualmente 989 voti di lista, ma in molte sezioni hanno fatto palesi errori. Mancano una decina di voti per far “scattare” il seggio. Se non escono dalla verifica siamo pronti a fare il ricorso al Tar per il conteggio delle schede. Abbiamo assistito in tante sezioni ad operazioni confusionarie, metodi diversi di attribuzione di voti, che hanno penalizzato tutti i candidati. Tanti voti sono stati annullati con superficialità da presidenti non all’altezza del delicato compito, nominati last minute dopo le dimissioni di oltre 10 presidenti nominati dal Tribunale. In una sezione specifica,  le operazioni si sono concluse addirittura nel tardo pomeriggio del lunedì, ed abbiamo assistito una condotta di attribuzione delle preferenze e dei voti di lista con metodi differenti con il passare delle ore. E tutto ciò non è stata una bella pagina di democrazia”.