di Nuccio Iovene per sinistra-democratica.it
E’ stato presentato a Roma, l’altro ieri, l’undicesimo rapporto della CNESC (la Conferenza Nazionale degli Enti di Servizio Civile) sul servizio civile in Italia. La Conferenza riunisce le 21 principali associazioni nazionali che promuovono ed organizzano il servizio civile nel nostro Paese (Acli, Aism, Anpas, Arci Servizio Civile, Anspi. Avis Nazionale, Caritas Italiana, Cenasca-Cisl, Cesc, Cnca, Confederazione Nazionale Misericordie d’Italia, Cong.P.S.D.P.Ist.don Calabria, Italia Nostra, Diaconia Valdese, Federsolidarietà / CCI , Focsiv, Legacoop, Scs/Cnos, WWF, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, UNPLI ) ed è la promotrice della campagna nazionale “Dare un futuro al servizio civile” la cui petizione può essere sottoscritta all’indirizzo www.firmiamo.it/scn .

Dare un futuro al servizio civile: la posta in gioco è proprio questa. Il governo Berlusconi ha drasticamente ridotto i fondi a disposizione. Dai 300 milioni di Euro stanziati dal governo Prodi si è passati ai 170 della finanziaria per il 2010 a cui si accompagna una previsione di soli 125 milioni per il 2011. Una cura dimagrante che rischia di far saltare, facendola diventare residuale, l’esperienza del servizio civile nazionale. Un’esperienza, nata nel lontano 1972 con la legge sull’obiezione di coscienza al servizio militare e proseguita dopo l’abolizione della leva obbligatoria, che rischia di saltare anche per la volontà di farla diventare, invece che una occasione di formazione ed educazione alla cittadinanza e di difesa non violenta della patria, mera appendice delle politiche sociali delle regioni, così come prevede una proposta della Lega, smembrandone il carattere nazionale e delegando tutto alle realtà regionali. E’ così che, senza prospettive e senza promozione, calano le domande da parte dei giovani e si è favorito l’uso improprio del servizio civile.
Ma la CNESC, in occasione della presentazione del suo rapporto e della campagna in corso, rilancia proprio su questi punti chiedendo un contingente minimo annuo di almeno 40.000 giovani (oggi si è arrivati ad appena 25.000) e finanziamenti adeguati; l’accesso al servizio anche agli immigrati e una più stretta collaborazione tra Terzo Settore ed Enti Locali sulla gestione dei progetti.
Su questi temi sarà presto chiamato a pronunciarsi il Parlamento anche perché il sottosegretario Giovanardi ha annunciato la presentazione di un ennesimo progetto di legge delega al Governo per riformare il servizio civile. Spetterà alla mobilitazione sociale e all’impegno delle opposizioni ottenere che una straordinaria esperienza di cittadinanza attiva, formazione e volontariato per centinaia di migliaia di giovani in questo Paese non venga cancellata o lasciata spegnere lentamente.