La Sicilia conosce oggi, più di ieri, una crisi che mette assieme la devastazione ambientale del vecchio modello industriale ed il suo declino (da Gela a Termini Imerese, da Priolo a Milazzo), emergenze sociali vecchie e nuove, vecchie e nuove povertà, permanenza di una fortissima influenza dei poteri criminali mafiosi sulla vita sociale..
Viviamo un declino che è, anche, frutto delle politiche della Regione, nella lunga sequenza di Presidenti e di maggioranze organiche all’egemonia mafiosa sull’economia e sul territorio, ed al dominio- inettitudine dei governi regionali che hanno basato la loro forza  sull’alleanza con le classi dirigenti nazionali saccheggiando e devastando, senza scrupoli, l’Isola, senza, peraltro, aver saputo utilizzare, se non in minima  parte, i consistenti sostegni provenienti dai fondi strutturali europei, coniugando, dunque, corruzione ad incapacità criminale.
Inoccupazione, disoccupazione, crisi crescente di tutti i comparti economici, investendo non solo l’ industria, ma, anche, il settore agricolo e commerciale, il lavoro nero, precario, servile e schiavistico come nella condizione estrema di sfruttamento selvaggio dei migranti irregolari, la dissoluzione delle istituzioni scolastiche ed universitarie: questi i risultati del lungo “governo unico” che da Cuffaro a Lombardo ha funestato la Sicilia.
Né la trasposizione sul piano regionale delle scelte del governo Monti hanno in alcun modo modificato il quadro. Una macelleria sociale che dalla riforma delle pensioni, alla modifica dell’articolo 18, al disprezzo per gli esodati, ha posto le basi per la definitiva liquidazione dello stato sociale e la cancellazione delle conquiste del movimento dei lavoratori, peggiorando grandemente la già grave situazione dell’isola.
Le prossime elezioni regionali, tutte concentrate sulle “personalità”  dei Presidenti, presentano, nel vuoto dei programmi, la combinazione del peggio di Monti e del peggio di Lombardo, ed accelerano il processo di decomposizione della democrazia..
Il sindacato, la CGIL, in questa situazione, può rappresentare l’unico argine alla catastrofe sociale ed al declino, ma a condizione che si metta alla testa di un movimento sociale che rivendichi una svolta radicale nelle politiche economiche, sociali, istituzionali e non insegua perdenti prospettive di patti sociali ed alleanze  spurie in un presunto accordo “unitario”, sicilianista e falsamente autonomista.
Alle lotte di resistenza che hanno attraversato l’Isola, alle stesse lotte che la CGIL ha costruito, prima contro Berlusconi e poi, più stancamente, contro Monti, occorre dare rappresentanza politica.
La costituzione di una lista unitaria a sinistra e la più ampia coalizione attorno alla candidatura di Claudio Fava, può rappresentare  l’inizio della ricostruzione di un nuovo paradigma per l’alternativa politica e sociale nell’isola
Per questo noi, quadri, dirigenti, militanti della CGIL, ci impegniamo affinché dentro la campagna elettorale i temi della condizione dei lavoratori, la lotta alla precarietà ed al lavoro nero, costituiscano l’asse di una battaglia per sconfiggere, assieme al culto della personalità, la politica devastante che si palesa già nella scelta delle alleanze e di contenuti in continuità con le catastrofiche gestioni precedenti.
Per questo chiediamo che l’insieme della CGIL, contro ogni collateralismo ed orgogliosa di un’autonomia da preservare e difendere,  imponga all’insieme delle coalizioni le risposte ai temi del lavoro e delle condizioni di vita in Sicilia.
Pietro Milazzo (Coordinatore regionale Lavoro Società – Responsabile Immigrazione CGIL Sicilia)
Gabriele Centineo (Direttivo C. d. L. Catania)
Barbara Crivelli (Segreteria FLC Catania)
Toti Cuccia (RSU FLC Catania)
Lillo Fasciana (Segreteria FLC Sicilia)
Mario Iraci (Direttivo C.d.L Catania)
Massimo Malerba (Direttivo regionale CGIL)
Maria Concetta Pagana (Segreteria FP Catania)
Mario Pugliese (Direttivo regionale FP)
Giuseppe Strazzulla (FLC Catania)
Vittorio Turco (Direttivo regionale FLC)