di Sandro Medici – da il manifesto
Mafia capitale. E’ la definizione che usa il procuratore capo Giuseppe Pignatone nel descrivere la rete illegale che negli ultimi anni ha controllato e gestito buona parte della spesa comunale. Una rete che la magistratura romana ritiene del tutto “originale», ma pur sempre assimilabile alla criminalità organizzata tradizionale. E pertanto perseguibile per il gravissimo reato contemplato nell’articolo 416bis del Codice penale: associazione a delinquere di stampo mafioso.
Meno pittoresca e barocca, depurata dalla retorica di cosche, cartelli e mandamenti, giuramenti e affiliazioni, ma più affaristica e faccendiera. Interessata all’accaparramento della spesa pubblica, attraverso l’ingerenza nell’assegnazione dei bandi di gara. Senza particolari distinzioni: dagli appalti delle aziende municipalizzate ai finanziamenti per accogliere rifugiati richiedenti asilo, dalle opere pubbliche alla manutenzione del verde. Un sistema criminale parassitario, che si è alimentato con quelle risorse pubbliche che l’amministrazione locale destinava alla manutenzione urbana e ai servizi sociali.
Dai trentasette arrestati e dal centinaio di indagati si coglie l’acido intreccio su cui quest’attività illegale poteva contare. Si va dall’ex sindaco Alemanno all’attuale presidente del Consiglio comunale e a un assessore in carica, oltre ad alcuni consiglieri regionali. Da presidenti, amministratori delegati e dirigenti di aziende comunali a ex Continua a leggere..
Source:: Mafia capitale, niente resterà come prima