di Marco Nesci, Responsabile nazionale Sanità Prc-se su marconesci.it

Quello che sta avvendo in queste ore nelle farmacie italiane è il segno tangibile della miseria morale in cui è precipitato questo Paese. Ricapitoliamo: il Governo ha pochi giorni fa emanato un decreto, in cui, tra le tante opere di macelleria sociale, ha previsto una complessa manovra sui farmaci. Nel provvedimento c’è una parte importante sul farmaco generico (quello privo di vincolo da brevetto) che coinvolge direttamente la gestione in farmacia. Si prevede, infatti, che il SSN rimborsi ai farmacisti, a prescindere dalla prescrizione medica, il costo più basso del farmaco generico equivalente a quello riportato dall’indicazione della ricetta. Il cittadino, che ha ricevuto dal proprio medico di medicina generale o dallo specialista una precisa indicazione farmacologica contenente un farmaco coperto da brevetto, si troverà di fronte alla richiesta del farmacista di pagare la differenza di costo tra il prezzo del prodotto prescritto e quello generico rimborsato. Siamo di fronte all’ennesima stangata inferta a cittadini, spesso anziani, che mai cambieranno il prodotto prescritto dal medico con quello equivalente per principio attivo rimborsato dal SSN. Questa fregatura dipende principalmente da due elementi: il primo riguarda il sistema prescrittivo dei medici che, spesso e volentieri, si affidano ai benefit delle case farmaceutiche; il secondo elemento consiste nella incapacità e scarsa volontà della politica sanitaria di informare correttamente i cittadini sull’uso appropriato dei farmaci combattendone l’abuso di consumo e, contemporanemente, la diffusione consapevole che il prodotto – definito farmaco generico – contiene gli stessi principi attivi e l’identica capacità terapeutica del prodotto più costoso perchè in regime di brevetto. Nessuno insegna loro che la differenza che pagheranno non è relativa ad una migliore qualità del prodotto ma solo ed esclusivamente un maggior profitto delle multinazionali del farmaco. La miseria morale è racchiusa in questo circuito: il Governo scarica sui cittadini più deboli i maggiori profitti delle multinazionali farmaceutiche, medici e farmacisti alimentano questa indecenza, i governi regionali null’altro sanno fare che agevolare questo malcostume in nome del controllo della spesa. Eppure, come abbiamo più volte sottolineato, si può e si deve agire attaccando sprechi e ruberie e non cancellando servizi sanitari essenziali al diritto alla salute. Proponiamo, nell’immediato, a tutti gli Assessori regionali alla salute, due semplici cose: 1° una doppia circolare ai medici di medicina generale, specialisti e farmacisti , contenente indicazioni assai più rigide di quelle attuali sulla “obbligatorietà” – salvo accertate controindicazioini specifiche – di prescrivere ed erogare farmaci equivalenti a quelli “griffati”; 2° impegnare le ASL e le Aziende Ospedaliere ad investire, anzichè in stupide propagande televisive sui risultati e l’efficienza dei propri servizi, su una seria iniziativa di informazione sull’uso consapevole dei farmaci e sulla assoluta affidabilità ed equivalenza dei prodotti generici.