La manovra del governo rappresenta una vera e propria macelleria sociale. Si colpiscono solo coloroche non sono responsabili della crisi: lavoratori, precari, pensionati, persone con disabilità.Invece di attuare una redistribuzione del reddito e del benessere, facendo pagare “chi ha di più”, si riproponeuna ricetta sbagliata, la stessa che ha causato la crisi. Una “cura” che peggiora la “malattia”.Un affondo pesante che mette in ginocchio lo stato sociale italiano. I diritti fondamentali delle persone,sanciti dalla nostra Costituzione e dai trattati internazionali, vengono calpestati in nome del mercato comeregolatore di tutto, compresa la vita umana.

BESTIALITA’ SENZA PRECEDENTI!

Meno risorse a regioni e comuni = meno servizi sociali
I tagli di 14,8 miliardi in due anni a regioni e comuni, che si sommano a quelli previsti nella precedente finanziaria triennale (-3,3 miliardi solo nel 2011), avranno pesanti ricadute su prestazioni e servizi sociali territoriali, già indeboliti dallo svuotamento del fondo nazionale per le politiche sociali.

Invalidità civile e indennità di accompagnamento: colpiti i meno tutelati
L’ultimo emendamento del governo su assegno di invalidità e indennità di accompagnamento rappresenta, come afferma giustamente Pietro Barbieri della Fish, “la peggiore aggressione nella storia repubblicana alle persone con disabilità”.

Assegno di invalidità
Potranno accedervi solo le persone con una “sola” patologia invalidante superiore al 74%; chi ha più di
una patologia e cumulandole non supera l’85% non avrà diritto all’assegno.
Viene introdotto un elemento di dicriminazione tra le persone con disabilità, separandole in due categorie.

Indennità di accompagnamento
Ancora più vergognosa è la modifica dei requisiti medico-legali per accedere all’indennità di accompagnamento, che verrà concessa solo a chi è impossibilitato a svolgere attività e funzioni di vita elementare. Ciò significherebbe privare di questo aiuto tutte quelle persone con disabilità che, pur non
essendo in stato vegetativo, vogliono poter svolgere una vita sociale come gli altri.

FERMIAMOLI!
Ripartiamo dai diritti per un futuro migliore

Le risorse per il sociale non sono “spese” ma “investimenti” per uno sviluppo umano, sociale
ed ambientale sostenibile, che possono rappresentare il volano per l’uscita dalla crisi.
Noi siamo per rafforzare i processi di inclusione sociale, garantendo una vita indipendente e dignitosa a tutte e tutti. Il sistema di protezione sociale, compresi i servizi, va difeso e adeguato alle esigenze della cittadinanza:
– Vanno definiti e finanziati a livello nazionale i livelli essenziali di assistenza sociale (Liveas) al fine
di rendere esigibili i diritti sociali delle persone.
– Va rifinanziato, aumentandone anche la dotazione, il fondo nazionale per la non autosufficienza.
– Vanno restituite le risorse sottratte al fondo nazionale per le politiche sociali.
Per fare questo le risorse ci sono e basterebbe: una vera lotta all’evasione fiscale; una giustizia fiscale basata sul principio di progressività costituzionale; l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie e sui grandi patrimoni; il taglio delle spese militari, a partire dal ritiro delle truppe in Afghanistan.