di Rosario Cauchi, visionedioggi.it, 31 marzo 2012
Si sono dati appuntamento per percorrere le strade di Niscemi e dire, nuovamente, no al Muos.
Questa mattina, un corteo è partito dal centro sociale Liardo per arrivare in piazza Vittorio Emanuele.
C’erano le istituzioni e c’erano i movimenti che, da anni, contestano il progetto di installazione del sistema di telecomunicazioni militare statunitense in contrada Ulmo.
I manifestanti sono arrivati da diversi centri della Sicilia: nessuno, però, ha nascosto che la partecipazione dei cittadini niscemesi non è stata di certo così ampia.
Comitati No Muos, dopo la mobilitazione degli ultimi mesi, si stanno organizzando in altre province, con in testa quella di Ragusa.
Non a caso, il sindaco Giuseppe Nicosia ha partecipato al corteo e al successivo dibattito pubblico in piazza.
Spazio alle istituzioni, quindi, anche se una parte del movimento scesa in piazza non ha nascosto il malumore verso la tendenza ad un marcato trasversalismo.
Dal palco di piazza Vittorio Emanuele sono state scandite le parole dei rappresentanti del movimento No Muos e degli esponenti istituzionali.
Niscemi, Caltagirone e Vittoria sembrano, oramai, i veri perni della protesta e dell’azione, supportata dalle stesse istituzioni.
Ma, in piazza, c’era anche la conflittualità dei movimenti di base giunti principalmente da Palermo.
Un botta e risposta, fatto di accuse più o meno velate, si è avuto fra il gruppo palermitano riconducibile ad Anomalia ed esponenti di Legambiente intanto intervenuti sul palco.
La volontà, in ogni caso, rimane univoca: bloccare la costruzione del sistema militare, i cui lavori sono già stati avviati.
Non sono mancate le richieste di approfondimenti degli studi scientifici già prodotti sul tema dei possibili effetti prodotti dalle emissioni delle antenne Muos.
Per questa ragione, è stato ricordato l’appuntamento di fine aprile : una tre giorni organizzata a Niscemi contro il Muos e in ricordo del segretario siciliano del Pci Pio La Torre, ucciso da killer di mafia.
Un tentativo di saldare la protesta e riempirla di nuovi contenuti.