In questo contesto convulso, con la lista “L’Altra Europa” la sinistra prova a fare quadrato sulla figura del greco Alexis Tsipras, raccogliendo le diverse esperienze dei movimenti auto organizzati che in questi anni hanno animato le proteste in difesa dell’ambiente e della pace. Dalla lotta contro il MUOS a quella contro la TAV, all’interno di questo progetto politico la critica alla logica delle grandi opere trova spazio attraverso le candidature di figure come quella di Antonio Mazzeo, voce autorevole del Movimento NO MUOS, giornalista impegnato nei temi della pace, della militarizzazione, dell’ambiente e della lotta alle criminalità mafiose e autore di diversi saggi sui conflitti nell’area mediterranea.
1) In un quadro di divisioni e spaccature la lista “L’Altra Europa con Tsipras” abbozza prove tecniche di unità a sinistra, nonostante tutte le difficoltà e le contraddizioni del caso. Lavoro, diritti e lotta all’austerità; quali prospettive per la sinistra di alternativa nell’Italia e nell’Europa che si appresta ad andare al voto?
Le difficoltà ci sono ed è palese; la sinistra che in questi anni si è opposta ai processi neoliberisti – soprattutto nel nostro paese – ha subito sconfitte e divisioni che l’hanno logorata. Al netto di ciò, di fronte alle riforme strutturali varate dalla Troika che investiranno le categorie sociali più svantaggiate di tutte le popolazioni europee, diventa doveroso aprire un processo che abbia come punto di riferimento il percorso politico, culturale ed organizzativo che ha visto la formazione di Syriza in Grecia. Proprio nel paese più colpito dalle imposizioni draconiane della Banca Centrale Europea, la sinistra è diventata punto di riferimento delle categorie sociali più colpite dalle politiche di austerità. In questo senso credo che Syriza non debba essere solo un punto di riferimento simbolico, ma che i contenuti anti-liberisti che hanno contraddistinto quell’esperienza politica dovranno caratterizzare il nostro percorso. Alla luce della drammaticità del quadro politico ed economico, è nostro compito dar vita ad un progetto in grado di rappresentare una seria alternativa alle politiche di austerità, come i piani di privatizzazioni selvagge e di smantellamento del welfare al vaglio del Governo Renzi.
2) Conclusa l’esperienza del secondo Governo Prodi, le sensibilità politiche collocate a sinistra del Partito Democratico hanno avviato una fase caratterizzata da scontri e da fallimentari tentativi di costruzione di uno spazio politico comune. Dalla Federazione della Sinistra ai disastrosi tentativi di unità quantomeno elettorale, il frammentato universo della cosiddetta sinistra diffusa ritenta oggi il cammino unitario attraverso l’esperienza della Lista Tsipras. Ma nonostante gli auspici del leader di Syriza (“E’ di sinistra tutto ciò che unisce non ciò che divide”), il cammino per l’unità anche questa volta risulta tutt’altro che in discesa; secondo il suo punto di vista, può questa lista contribuire alla costruzione di uno spazio politico a sinistra del PD la cui esistenza non sia limitata all’appuntamento elettorale?
Se non fosse così e la prospettiva non fosse quella di utilizzare questo palcoscenico elettorale per tentare di avviare un processo di ricostruzione sia politico che contenutistico, sarebbe un tentativo inutile, l’ennesima occasione sprecata da parte della sinistra antagonista. Non parlerei di ultima spiaggia ma il fallimento di questo percorso vedrebbe crollare la possibilità di ricostruire uno spazio politico dal basso. L’esperienza della Lista Tsipras non può essere minimizzata ponendola come una mera sommatoria dei soggetti che sostengono questo percorso, ma l’auspicio è quello di rimettere in gioco tutte quelle soggettività e quei movimenti sociali che si stanno ponendo nei territori rispetto ad alcuni processi neoliberisti, penso alle proteste contro le delocalizzazioni delle fabbriche e la costruzione delle grandi opere come la Tav e il MUOS. In tal senso la straordinaria vicenda di Messina può rappresentare un modello; un’esperienza nata dal basso, sulle ceneri del movimento No Ponte e che ha portato all’elezione di un sindaco antimilitarista, pacifista e non violento attraverso la collaborazione di un’area molto vasta della sinistra antagonista da Rifondazione Comunista ai movimenti ambientalisti passando per l’adesione di comuni cittadini. La riproposizione sul piano nazionale di quell’esperienza, anche attraverso l’occasione della lista Tsipras, può dare risposte concrete di ricostruzione di uno spazio politico comune le cui differenze di chi vi aderisce vengono rispettate; in questa fase non si deve puntare alla costruzione di un partito unico ma ad un fronte ampio dove le diversità vengano riconosciute ma che di fatto ci si unisce perché il progetto centrale è quello di rimettere in discussione il modello neoliberista.
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