Si è svolta nei giorni scorsi, presso il Centro Polifunzionale di Enna, una iniziativa, promossa dalla Federazione del Prc, sul tema scottante dei tagli operati dal governo al sistema scolastico pubblico. L’iniziativa ha preso spunto dalla presentazione del libro “Manifesto per l’università pubblica” . Per l’occasione si sono confrontati sul tema: uno dei coautori del libro, il prof. Alberto Bugio (docente presso l’Università di Bologna), il prof. Franco Amata (docente dell’Università di Catania), Rita Magnano (segretaria della FLC-Cgil) e il prof. Renzo Pintus (docente presso il Liceo Scientifico “Farinato” di Enna). I relatori, ognuno secondo la propria esperienza e la diversa angolazione di approccio, hanno tracciato un quadro crudo degli effetti che sta producendo la c.d. riforma Gelmini e i successivi decreti attuativi sul sistema scolastico italiano: un impoverimento complessivo in termini di offerta formativa, di riduzione pesante degli organici, smantellamento dei punti di eccellenza e salto all’indietro (maestro unico alle elementari), sottrazione di risorse per strutture, strumenti e risorse destinate alla scuola pubblica, taglio indiscriminato di finanziamenti per la ricerca scientifica, livellamento verso il basso della qualità della formazione pubblica in favore del sistema privato, messa in discussione del diritto uguale per tutti i cittadini di accesso ai più alti gradi della formazione e della conoscenza. L’intervento della dirigente della Cgil-Scuola Rita Magnano, in particolare, ha messo in evidenza il quadro drammatico che si prospetta per la provincia di Enna dove, con la definizione degli organici di diritto, si prospetta già la perdita secca di circa 200 posti di lavoro tra insegnanti e personale Ata. Inoltre tra coloro che mantengono il posto di lavoro, circa 80 andranno in esubero e non avranno sede. Il che significa che molti insegnanti, magari dopo anni di sacrifici per conquistarsi una sede e una cattedra, dovranno rimettersi a viaggiare tra una sede e l’altra. Effetti ancor più pesanti si prevedono per il prossimo anno scolastico sia per il personale Ata che per gli insegnanti.
Dopo gli interventi dei relatori si è aperto un interessante dibattito, durante il quale è stato anche sollevato il problema della situazione universitaria ennese, che con la sua “Libera Università Kore” mutua gli stessi principi ispiratori della (anti)riforma Gelmini, anticipandone il modello privatizzatore. E’ il modello della Fondazione Kore che, con soldi e strutture pubbliche, gonfia la coda di qualche pavone locale; istituisce un sistema di “neobaronie” fondato su clientele e sull’arbitrio assoluto di un potere monocratico: arrogante e vanaglorioso, sottratto a qualsiasi controllo democratico. Molto dubbia è la ricaduta sociale ed economica di una simile università privata, che sicuramente ha incentivato una politica edilizia speculativa, ma di cui ancora non si evidenziano gli effetti benefici in termini di crescita del tessuto economico e sociale.
“Le riflessioni relative al nostro territorio sono tante”, ha concluso Gabriella Mancuso responsabile dell’area conoscenza del Prc, “e Rifondazione comunista intende proseguire nelle iniziative che l’hanno vista appoggiare studenti e lavoratori negli scioperi e nelle manifestazioni e nel farsi portavoce di quanti vedono leso il diritto a una scuola pubblica di qualità, che non taglia posti di lavoro, competenze e conoscenza critica libera e indipendente, ma che sia momento di promozione della persona, di cittadinanza consapevole libera dall’ignoranza e dal bisogno.
Il Prc raccoglierà, anche tramite il proprio sito (www.prcenna.it), segnalazioni, suggerimenti e sollecitazioni per continuare a sostenere la battaglia per una vera riforma della scuola e dell’università: pubblica, di qualità, con più risorse, con strutture adeguate e moderne, che si prefigga lo scopo di formare i cittadini italiani liberi, consapevoli, con pari diritti e pari opportunità. Contrasteremo perciò, in ogni modo che ci sarà possibile, il ritorno ad una scuola strumento di selezione di classe, funzionale a un sistema sociale basato sull’individualismo sfrenato, sul predominio dell’ideologia del mercato e del profitto, che vuole ridurre ogni cosa a merce, perfino la conoscenza.