Cari concittadini,
ci avviamo ormai alla fine del secondo mandato della giunta Nania. Abbiamo così concluso una stagione politica che crediamo riduttivo definire fallimentare.
L’amministrazione Nania è nata e si è radicata nella nostra città con la falsa affermazione di rappresentare un cambiamento, di incarnare l’efficacia nella gestione della cosa pubblica, di avere un progetto per Barcellona: quello della “Città dei servizi”.
Ebbene, alla fine abbiamo la possibilità di tirare le somme. Ci interroghiamo su quale sia oggi il ruolo della nostra Città.
Alla fine dell’era Nania, Barcellona è agli ultimissimi posti sia per i livelli occupazionali, sia per la produttività. I cittadini sono perfettamente coscienti che la ricerca di un lavoro è assolutamente inutile, e l’assunzione è letteralmente impossibile, poi, se parliamo di regolare contratto o di corrispondenza tra questo e la busta paga. A meno che non si faccia parte della tristemente nota “casta”. E’ la Città dell’evasione fiscale come stile di vita, dell’abusivismo edilizio istituzionalizzato, delle truffe sui sinistri stradali.
Soffocata dalle mafie incalzanti, la nostra Città si vede adesso non solo abbandonata nell’assoluto sfacelo economico, ma anche umiliata nelle garanzie fondamentali, rappresentate proprio dai tanto sbandierati servizi, che progressivamente hanno smobilitato. Da Barcellona vanno via le fermate ferroviarie, l’agenzia delle entrate, l’igiene pubblica (si pensi alla gestione dei rifiutiche ci lascia letteralmente sommersi dall’immondizia ad ogni occasione, oltre a darci ragione di figurare illeciti arricchimenti dei nostri amministratori) e adesso anche l’Ospedale.
Si privano, in sintesi, i cittadini dei più elementari diritti. E noi permettiamo che il tutto avvenga sotto il nostro naso.
La responsabilità è, purtroppo, interamente politica, sintomo di una classe dirigente del tutto assente alle problematiche della comunità; che persegue interessi personali; che si rifiuta di prendere qualsiasi iniziativa e sembra avere come scopo esattamente il mantenimento di questa situazione; che garantisce la propria sopravvivenza attraverso i mezzi clientelari più aberranti e si assicura la passiva accettazione, quando non la connivenza, da parte di elettori asserviti dalla mancanza di libertà e dall’eterno vassallaggio verso il padrone. I Nania sanno che quanto scrivo è null’altro che la verità.
Stiamo così celebrando da anni i funerali di una Città che avrebbe ancora, invece, molto da dire, ma che attualmente sta perdendo il confronto anche con la vicina Milazzo, e che si lascia sfuggire ogni occasione di partecipare alla fruizione di quei pochi margini economici che lascia la nostra bellissima ma vilipesa terra.
Non dobbiamo lasciare, adesso, che la crisi di “questa” politica diventi anche a Barcellona la crisi “della” politica. L’alternativa esiste. Il ritirarsi dalla partecipazione elettorale, l’astensionismo, è la chiave che permette a pessime amministrazioni come questa di prendere il sopravvento.
Da alcuni anni esiste un progetto alternativo, che fà dello spirito pubblico, dell’onestà, dell’iniziativa, della libera espressione, della partecipazione, della sensibilità sociale i suoi punti di forza. Questo è il Circolo Nino Pino Balotta, che intende rappresentare, all’interno di una forza più ampia, il cambiamento per la nostra amata Città e che chiede un’ occasione per dimostrare quanto possa essere diversa una politica onesta da questa nostra ultima esperienza.
Non possiamo lasciarci sfuggire anche questa occasione.
Pasquale Rosania, Coordinatore Circolo PRC “Nino Pino Balotta” – Barcellona Pozzo di Gotto