Testo integrale dell’intervento di Salvatore Cacciato (Consigliere provinciale e Segretario del Partito della Rifondazione Comunista) durante il dibattito svoltosi in aula ieri, lunedì 4 marzo 2013, a seguito della mozione sulla Kore presentata dallo stesso e della stizzita replica del presidente Salerno.
Vorrei dare una risposta al presidente Cataldo Salerno che ha fatto un intervento a gamba tesa nei giorni scorsi sulla stampa locale. Risposta dovuta in questa sede opportuna non per fare passerella o cercare visibilità, ma per dovere istituzionale del ruolo ricoperto quale consigliere provinciale.
Nessuno ha mai messo in discussione la presenza in sé dell’Università Kore nel territorio, dobbiamo però dire che non esiste nessun indicatore serio, tranne la propaganda, circa un significativo apporto allo sviluppo del territorio. Voglio ricordare al presidente Salerno, che forse ha memoria corta, che il sottoscritto ha appoggiato il suo progetto già nell’anno 2003 (a quel tempo ella era candidato presidente della Provincia Regionale di Enna) prima come candidato consigliere e successivamente quale componente del Consiglio di Amministrazione del Consorzio Ennese Universitario: lungi da me il pregiudizio dichiarato da Salerno nei confronti dell’Università ad Enna.
Non bisogna però confondere l’essere favorevole alla presenza dell’università con il ruolo che questa può svolgere per il territorio e soprattutto con l’attuale gestione di una struttura privata che ha tagliato i ponti con gli Enti istituzionali (Provincia – CEU) che l’hanno creata. Conseguenza di ciò l’impossibilità di questi Enti di intervenire nella funzione di controllo, indirizzo e partecipazione nella Fondazione Kore e quindi nella stessa Università. Purtroppo l’assetto dato nello statuto della Fondazione impedisce di fatto un rinnovo democratico degli organi di gestione, così come per statuto l’università rifiuta la statalizzazione. Rivendica lo status di università privata, ma non da conto dei cospicui finanziamenti pubblici: caso lampante di privatizzazione dei pubblici denari o delle nostre tasse: i locali ove è allocata sono di proprietà della Provincia ed il finanziamento fu concesso per destinarli alle scuole medie superiori (voglio rimarcare che per la costruzione sono stati spesi ben 25 miliardi di lire), risultato solo oneri tributari, locali delle superiori fatiscenti e non a norma e forse onerosi per i fitti, dovuti al cambio di destinazione dei finanziamenti.
Caro Presidente, non confondiamo le idee alla collettività, sicuramente le tasse della Kore sono inferiori a quelle delle altre università private, se le confrontiamo con la Luiss, la Bocconi, ecc., noi dobbiamo calarci nella realtà dell’Ennese e del territorio siciliano, nei redditi delle famiglie che sborsando 2.500 euro di tasse, sicuramente molto più alte rispetto alle università statali, si trovano fortemente penalizzate. Forse c’è molta confusione nell’idea di sviluppo del territorio, di qualità della vita, di presenza di infrastrutture, di vitalità economica e di capacità attrattiva. Il presidente Salerno pensa che l’università Kore così com’è sia di per sé “lo sviluppo”.
In realtà i dati statistici ci confermano che la disoccupazione aumenta, i nostri figli laureati emigrano al nord Italia o all’estero, le aziende continuano a chiudere, l’agricoltura langue, il turismo non decolla, la viabilità è fatiscente causa anche di avere dirottato negli anni ingenti risorse provinciali per gli investimenti solo sull’università. Ancora oggi le strutture scolastiche della provincia sono in una situazione di vera e propria emergenza e insicurezza e l’elenco potrebbe essere molto lungo. Avremmo voluto veramente che l’università formasse i quadri dirigenti di aziende vocate per il territorio ennese, titolari di imprese capaci di incidere nell’economia creando occupazione e lavoro dignitoso, non le solite forme di clientele e mortificazioni della dignità delle persone.
Il nostro auspicio è che questa Università possa diventare veramente uno dei fattori dello sviluppo del territorio, sottraendola a logiche impermeabili a qualsiasi processo democratico e di trasparenza. Non è necessario che l’Università, e non lei caro presidente, tolga il disturbo, è necessario che questa struttura si apra alla partecipazione delle Istituzioni, cosa che sarebbe stata assicurata dalla sua trasformazione in università statale, cosa da lei fortemente contrastata e impedita.
Salvatore Cacciato, Consigliere provinciale PRC – Enna
Da Dedalo del 05/03/2013