Il voto alle Politiche del 24/25 febbraio prossimi, più che mai, non solo deve essere esercizio di democrazia, ma segno di responsabilità e di risveglio del Paese. Un Paese che, ad oggi, vive nel torpore, nello status quo culturale ed economico, dove la legalità è letta come una metastasi, il rilancio economico un teorema, i diritti come anomalie.
E’ una Bell’Ialia decaduta e decadente, attraversata da fantasmi che hanno le fisionomie dei giovani già vecchi, delle donne vituperiate, dei malati di futuro. E’ il Paese di chi non ha tutta la vita davanti. E non voglio dire che questo sia il tempo che ci è lasciato in sorte da vent’anni di Berlusconismo; né che sia l’esito di un anno di governo che ha voluto scimmiottare l’Europa, con arroganza e presunzione, perché non si può correre se si sa, a mala pena, gattonare; nè che paghiamo le conseguenze di un’opposizione moribonda e di un elettorato stremato, che si rifugia nelle braccia della demagogia del M5S e dell’astensionismo. Voglio piuttosto dire che, nel nostro Paese, si è persa di vista la componente essenziale ed il suo Bene Comune, che è il cittadino, il Popolo: che, per la maggior parte, è fatto di panettieri, muratori, casalinghe, operai, che suda sangue per far studiare
quei figli che si gettano da una scogliera, a trent’anni, perchè privi di aspettative.
La nostra, è quell’Italia che vedo ingabbiata nella figura degli amanti di Pompei, in quell’abbraccio mortale che va sgretolandosi, col ghigno di sofferenza, che blocca in un istante millenni di storia, di cultura, di lotte e di rivoluzioni. Mi hanno insegnato che fare Politica è credere e proporre cambiamento. Ho “cambiato casacca”, mi si rimprovera. Ed oggi, io voto e milito in Rivoluzione Civile.
Voto Rivoluzione Civile perché credo che il suo candidato premier, Antonio Ingroia, faccia paura. Fa paura per la sua storia di impegno, di indefesso servitore dello Stato. Non mi scandalizza che un magistrato si impegni in politica, soprattutto quando in questo Paese si impedisce di svolgere il proprio mestiere. Non mi turba il conflitto di interessi, tra potere giudiziario che ha avuto, e legislativo che avrà: perché è la persona che è garanzia. Ed è ora che si rimetta al centro il distinguo tra uno e l’altro.
Voto Rivoluzione Civile perché sono di Sinistra, ma in Rivoluzione Civile non c’è solo il popolo della Sinistra: c’è quello della società reale, fatta di professionalità, di impegno, di lutti. Quella società reale che ha fatto dei percorsi, anche diversi, ma che oggi si riconosce in unico grande progetto di Rivoluzione Culturale per l’Italia.
Voto Rivoluzione Civile perché credo nel mettere al centro dell’agenda politica il Lavoro: ma declinati in funzione del Popolo Italiano, che non è quello tedesco, che non può sopportare le politiche di macelleria sociale inflitteci dal fiscal compact che ha distrutto ogni diritto sociale e che è punto di partenza di tutte le altre proposte politiche. Si devono affrontare scelte economiche eque e radicali, finalizzate allo sviluppo e che, in una patrimoniale, non vedano né l’unica soluzione né uno spauracchio.
Perché rivoglio l’art. 18. Perché in tutto il mondo esiste un reddito minimo per le disoccupate e i disoccupati, ma in Italia no. Perché il fiscal drag non è una parolaccia. Perché voglio eliminare l’ossimoro della legge Fornero, che ha creato gli esodati da una riforma.
Voto Rivoluzione Civile perché credo che la Legalità sia il punto di partenza: la mafia va colpita nella sua struttura finanziaria e nelle sue
relazioni con gli altri poteri, a partire da quello politico. Perché voglio il ripristino del falso in bilancio e l’inserimento dei reati contro l’ambiente nel codice penale, che sono azioni necessarie per liberare lo sviluppo economico.
Voto Rivoluzione Civile perché sono cristiana, ma affermo la laicità dello Stato e il diritto all’autodeterminazione della persona, perché mi batterò sempre per la Libertà soprattutto di chi vuol fare scelte diverse dalle mie.
Perché lo ius soli è un atto di accoglienza che si traduce in inclusione.
Voto Rivoluzione Civile perché voglio recuperare il valore universale della scuola, dell’università e della ricerca pubbliche(art.3 della Costituzione), rendendo centrali formazione e ricerca. Perché di cultura si mangia; perché voglio una riforma democratica dell’informazione e una legge sul conflitto di interessi.
Voto Rivoluzione Civile perché voglio la Pace ed il disarmo, perché un F35 costa tanto quanto l’applicazione della proposta di L. Ingroia/La Torre, con cui si potranno aggredire 180miliardi di proprietà e capitali illegali, utilizzabili in politiche di interesse pubblico e sociale.
Voto Rivoluzione Civile perché voglio l’incandidabilità dei condannati e di chi è rinviato a giudizio per reati gravi, finanziari e contro la pubblica amministrazione. Voglio siano eliminati i privilegi della politica, voglio una nuova stagione di democrazia e partecipazione.
Voto Rivoluzione Civile perché credo sia davvero un voto utile. Perché voto utile è quello che si fa secondo coscienza, non secondo opportunità, né secondo la logica del meno peggio. Io non voto per punire Berlusconi o Monti, ma per premiare l’Italia. Né tantomeno per indebolire il Centro Sinistra. Che si sono indeboliti da soli: perché la differenza sta nel fatto che, chi ha chiesto prima desistenza ed oggi voto utile, ha avuto la sua occasione per cambiare questo Paese e non l’ha voluta cogliere.
Perché per cambiare ci vuole coraggio. Ed io posso solo garantire che mi piace l’aria che si respira in questo progetto: aria di Popolo, di Costituzione, di Battaglia, di Libertà. Che non è profumo di Sinistra.
E’ proprio aria pura.
Valentina Colli, (PRC, Circolo “A. Gramsci” – Erice)