Documento Politico approvato dal Comitato Politico Regionale della Sicilia il 29/05/2023.
Il CPR della Sicilia esprime la propria solidarietà al compagno Antonio Currò, Segretario cittadino del Circolo PRC di Messina “Peppino Impastato”, colpito da un vile attentato. Ad Antonio va la nostra vicinanza e l’impegno per continuare a lottare e portare avanti le tante vertenze che lo vedono protagonista.
La grave crisi che il Partito sta vivendo a tutti i livelli, a partire da quello nazionale, si sta ripercuotendo anche in Sicilia. La mancanza di una linea politica chiara e omogenea su tutti i territori, il deterioramento del radicamento sociale, le poche iniziative politiche e la difficoltà a partecipare, in tutti i territori, alla fase elettorale ci indicano un quadro molto preoccupante a cui occorre rispondere in modo collettivo e attuando i diversi documenti e il piano di lavoro della Conferenza di organizzazione regionale approvati, spesso unitariamente, negli scorsi mesi.
Sebbene tali difficoltà dipendano anche da ragioni sociali, culturali, politiche generali che colpiscono in modo trasversale territori e forze politiche, nondimeno causate da leggi elettorali ipermaggioritarie, è altrettanto importante partire dalle nostre responsabilità soggettive e dalle nostre risorse, umane e organizzative, per invertire la rotta e rilanciare la presenza, il radicamento e la forza di Rifondazione Comunista.
Come si è visto in queste amministrative le difficoltà investono tutte le Federazioni e tutti i Circoli e il rilancio del Partito deve avere un respiro ampio e il coinvolgimento di tutte le compagne e i compagni siciliani, una ripartenza non facile perché deve essere in grado non solo di fare i conti con le pochissime risorse finanziarie e un numero esiguo di militanti, ma deve cimentarsi nella proibitiva sfida di costruire uno schieramento popolare antiliberista, anticapitalista, ambientalista, pacifista e femminista.
Questo nostro sforzo collettivo, tuttavia, ha già delle coordinate da seguire e si deve collocare nell’ambito della costruzione di uno spazio politico aperto, non autoreferenziale e capace di interloquire con tutte le soggettività critiche e di movimento e di presentarsi come proposta utile alla costruzione dell’opposizione al governo delle destre e alla difesa delle classi popolari, ovvero nel progetto politico di Unione Popolare. La mancanza di una sua presenza stabile, organizzata e politicamente definita in Sicilia ha pesato negativamente anche nella nostra partecipazione alle competizioni elettorali, pertanto in linea con il percorso nazionale già delineato, il Partito siciliano lavorerà per la costituzione a livello provinciale e regionale dei coordinamenti di Unione Popolare e, soprattutto, nel far vivere UP nelle lotte e nelle vertenze territoriali. Condividiamo come proposto deciso all’unanimità dalla Direzione Nazionale “che prima dell’estate si organizzi un incontro di massa di lancio del processo costituente di Unione Popolare in cui si presenti il manifesto politico, si lanci la campagna di adesioni individuali, le campagne di lavoro di massa e nel contempo si ponga alla discussione di tutti i compagni e le compagne una bozza di statuto di UP e il programma di UP”.
La campagna di raccolta firme per un salario minimo di 10 euro, insieme ai referendum contro l’invio di armi e di “Rilanciamo il Comune” possono rappresentare uno strumento efficace per riprendere un rapporto virtuoso, di speranza e di lotta, con i nostri settori di riferimento, lavoratori, giovani e più in generale con il mondo del precariato e del lavoro nero. Abbiamo l’opportunità, sia come Rifondazione Comunista sia come Unione Popolare, di interloquire con le persone partendo da una proposta concreta e da una rivendicazione chiara.
Le Federazioni siciliane, coordinate dalla Segreteria Regionale, si devono impegnare affinché in ogni territorio si parta immediatamente con la raccolta delle firme e con delle iniziative sul tema del salario minimo, del reddito e della pace, questioni interconnesse e mobilitanti che potrebbero qualificare e rilanciare l’azione del nostro Partito. In tal proposito, la Segreteria regionale si assume l’onere di organizzare un’iniziativa regionale, a un mese dall’avvio della campagna di raccolta delle firme, sulla questione salariale, il reddito e la sicurezza sui luoghi di lavoro, argomenti sui quali abbiamo, già da diverso tempo, concentrato il nostro impegno.
Il rilancio della proposta politica, tuttavia, deve essere accompagnata da una intelligente presenza comunicativa capace di intervenire tempestivamente ed efficacemente sui principali temi che vogliamo portare avanti, così è stato il 15 aprile a Caltanissetta contro l’Autonomia Differenziata, a Partinico nella difesa di Peppino e Felicia Impastato, il Primo Maggio ad Acate.
A questo proposito, il 17 giugno si terrà a Messina una manifestazione regionale contro il Ponte sullo Stretto per la quale tutto il Partito, oltre ad aderire, si dovrà mobilitare e partecipare. Il tentativo di costruire un’opera dannosa e inutile come il Ponte, infatti, rappresenta il condensato della peggiore politica clientelare, neoliberista e devastatrice dell’ambiente, dove gli interessi politico mafiosi prevalgono sull’interesse generale e sulla tutela del territorio. Una questione regionale che tutte le Federazioni siciliane si devono impegnare a diffondere e a portare avanti organizzando banchetti informativi, iniziative pubbliche e il coinvolgimento dei cittadini in vista della manifestazione regionale.
Il governo Meloni con il Decreto Legge Cutro, che attacca i diritti dei richiedenti asilo, creerà solo “eserciti” di emarginati e probabili sfruttati, così il campo di 9.800 metri quadrati che pare sorgerà tra Modica e Pozzallo si candida a diventare un altro ghetto dove emarginare e criminalizzare i migranti anziché valorizzare la ricchezza culturale, sociale ed economica che queste persone potrebbero dare alla nostra Isola. Ci opporremo fermamente a questa idea di “accoglienza” e gestione del fenomeno migratorio.
Come l’esperienza storica in Sicilia ci ha insegnato il rapporto tra fascismo, mafia e poteri forti è spesso intrecciato ed è fondamentale, per disvelare queste connivenze sempre più sfacciate, portare il dibattito sul terreno dell’antimafia sociale e l’antifascismo militante impedendo passerelle ipocrite prive di comportamenti conseguenti.