di Francesco Fustaneo su controlacrisi.org, 14 giugno 2013
A Palermo l’11 giugno scorso è stato istituito presso l’Ufficio affari generali della Segreteria generale del Comune il registro delle Unioni civili. Il capoluogo siciliano è uno dei primi comuni italiani ad aver provveduto in tal senso.
Potranno iscriversi a tale registro tutte le famiglie anagrafiche, ovvero le persone legate da vincoli affettivi che abitano insieme abitualmente e che risiedono nel territorio comunale. Dunque uomini e donne, uomini e uomini, donne e donne, stranieri e straniere. Tutte le coppie indipendentemente dal fatto di essere eterosessuali o omosessuali potranno richiederne la registrazione
Il registro istituito con delibera consiliare ha subito ricevuto il placet da parte delle numerose associazioni che si occupano di diritti delle persone LGBT, a partire dall’ Arcigay.
Intanto in Sicilia scoppia in contemporanea il caso politico per le assenze dei consiglieri comunali del P.d all’atto delle votazioni, denunciate dal deputato regionale Ferrandelli.
Di questo ed altro parliamo con Giusto Catania, assessore al decentramento del comune di Palermo, esponente del Partito della Rifondazione Comunista, uno dei principali sponsor in giunta di tale iniziativa.
Assessore, grazie all’amministrazione Orlando della quale fa parte a Palermo è stato approvato il registro delle unioni civili; quali saranno i vantaggi che le coppie di fatto, omosessuali e non, avranno?
L’approvazione di questo atto è un segnale di grande attenzione da parte dell’amministrazione comunale ai diritti delle persone. Tutte le persone che sono legate da vincoli affettivi, indipendentemente dalla loro situazione e dal proprio status giuridico, potranno accedere in condizione di parità ai servizi che vengono erogati dal Comune. Dunque parità di trattamento in fatto di casa, sanità e servizi sociali, politiche per giovani, genitori e anziani. Ancora, il comune sarà tenuto a non discriminare le coppie di fatto in tema di trasporti, formazione, scuola e servizi educativi, diritti e partecipazione, sport e tempo libero e in altre circostanze quali ad esempio l’iscrizione dei figli all’asilo o l’inserimento nella graduatoria dell’emergenza abitativa. Oggi abbiamo scritto una pagina di Storia e sono felice di aver contribuito, col mio impegno in giunta, all’istituzione del registro delle Unioni civili.
In queste ore tiene banco la polemica per le assenze dei tre consiglieri comunali del Partito Democratico all’atto delle votazioni, aspramente criticata da Ferrandelli che proprio del P.D. è a livello regionale uno degli esponenti più in vista. Lei cosa pensa in merito?
È un problema di Ferrandelli e del suo partito. L’assenza del Pd dall’aula è un pessimo segnale: sui diritti non si può essere favorevoli a giorni alterni. Il Pd, del resto, a Palermo si sta caratterizzando per una disattenzione totale sulle questioni relative ai diritti: anche il voto del Consiglio Comunale sulla Consulta della culture, lo strumento di partecipazione politica degli stranieri palermitani, ha visto l’assenza del PD.
Il 22 giugno a Palermo si terrà il Gay Pride; le previsioni parlano di più di 100.000 persone in arrivo. Come si sta preparando la città per ospitare l’evento?
La città sta vivendo il GayPride come una sua creatura, c’è grande attenzione ed attesa. Già negli scorsi anni Palermo ha vissuto l’evento con partecipazione attiva. Il merito va dato a chi in questi anni ha investito molto per far vivere il Pride non come una giornata degli omosessuali, delle lesbiche, dei bisex, dei trans, ma come il giorno dei diritti per tutti e per ciascuno.
A Palermo viene istituito il registro delle Unioni civili, a breve il capoluogo siciliano ospiterà un gay pride di portata nazionale. Prima ancora Puglia e Sicilia hanno eletto rispettivamente due Presidenti Regionali dichiaratamente omosessuali. Si allontana sempre di più il clichè del meridionale omofobico e con pregiudizi?
Purtroppo i clichè così come i pregiudizi sono duri a morire. Invece l’omofobia ovunque è vivissima ed è una brutta malattia che colpisce quando si abbassa la guardia. Per questa ragione bisogna tenere alta la bandiera dei diritti e continuare a chiedere il rispetto delle diversità e l’estensione dei diritti stessi a quelle persone vittime nel quotidiano di pregiudizi.
Estendendo la discussione in ambito nazionale, come Partito della Rifondazione cosa chiedete al Governo nazionale in tema di diritti sulle coppie di fatto?
Tutto. “Vogliamo tutto”, scriveva Nanni Balestrini. Vogliamo che siano garantite alle coppie di fatto, omosessuali ed etereosessuali, gli stessi identici diritti garantiti alla coppie sposate. Semplicemente un atto di civiltà e di giustizia come già esiste in tanti altri Paesi del Mondo.