Intervista di Giulio Pitroso al Responsabile organizzazione siciliano del PRC.
Pubblicata su generazionezero.org
In diversi comuni si andrà al voto questa primavera. Voi c’avete capito qualcosa? Non è molto chiaro, il quadro. Addirittura ci sono luoghi dove Pd e Pdl sono alleati. Abbiamo chiesto a Mimmo Cosentino, Responsabile Organizzazione del Prc Sicilia, di rispondere alle nostre domande.
Ci prepariamo ad affrontare una tornata elettorale importante in Sicilia. Il Prc e, in generale, la Sinistra non si trovano sempre alleate con il Pd, anzi è più difficile trovare casi opposti. Perché?
Da tempo il Pd persegue e pratica una alleanza organica con il Terzo Polo, e, nello specifico, con Raffaele Lombardo, le cui relazioni e la cui organicità con la borghesia mafiosa sono acclarate. Solo laddove c’è stata una presa di distanza dall’asse Lombardo-Lumia-Cracolici, abbiamo costruito alleanze organiche di alternativa al centrodestra.
Esiste un accordo regionale tra IdV, Sel e Federazione della Sinistra?
No, in quanto Sel ha rifiutato qualsiasi possibilità di tavolo regionale. Si capisce anche perché. Non solo, ha voluto mani libere per realizzare alleanze spurie, come ad Avola e Melilli, con Pd,Udc, liste riconducibili a Lombardo. Poi per settarismo: a Niscemi, stanno fuori, senza ragione alcuna, dalla lista unitaria tra Prc, Idv, No Muos e Progetto verde. Ma anche per la sua subalternità al Pd, come dimostra la vicenda Ferrandelli a Palermo e l’inciucio con Lumia e Cracolici. Nell’ultimo caso le dinamiche sono ispirate alla linea largamente maggioritaria in Sel: quella voluta dai vari Vendola, Migliore, Ferrara.
A Pozzallo (RG) Pd e Pdl corrono insieme. Come commenta questa situazione?
Una lunga tradizione consociativa, che viene da lontano, almeno da quando Occhetto fu segretario regionale del Pci negli anni settanta, ha spinto a pratiche diffuse di consociativismo e ad accordi squallidi di potere.
In diverse città sono state presentate delle liste con dicitura “Bene Comune” nelle coalizioni di Sinistra. Si tratta di una strategia regionale?
Da una parte occorre dare risposta alla domanda diffusa di garantire rappresentanza ai bisogni sociali colpiti dalla crisi economica, ma anche alla volontà popolare di costruire una alternativa programmatica alle politiche liberiste. Volontà manifestatasi con la vittoria al referendum per la “pubblicità” dell’acqua. Lo sbarramento al 5% ha favorito, in molte realtà, la formazione di queste liste, oltre alla disponibilità delle forze presenti nei territori.
A Caltagirone (CT) si è scelto di mandare la Federazione da sola. Perché?
E’ una decisione del circolo locale e della federazione provinciale, che io rispetto. Valuteremo, sulla base dei risultati, la validità di questa scelta. Giocavano da una parte la privatizzazione dell’acqua e dei servizi cimiteriali, dall’altra una buona gestione del servizio di raccolta dei rifiuti, oltre che delle politiche socioculturali. Infine bisogna ammettere che il Pd calatino è stato il più determinato oppositore dell’alleanza con Lombardo e con l’Mpa. Sull’opposizione al governo Lombardo e sulla rottura del Pd con Lombardo, il Prc siciliano ha giocato in questi anni la sua scommessa politica, riuscendo a costruire, più che altrove, significative occasioni di unità con Idv, Sel, i comitati e le associazioni impegnati nella difesa del bene comune dei propri territori.
In Sicilia militanti del Prc hanno subito minacce mafiose, in provincia di Messina come a Trapani. Come commentare questa situazione?
Penso che in Sicilia, assieme alla crisi economica e allo scricchiolio del sistema di potere lombardiano, si stia assistendo, in forme non eclatanti ma concrete, al riproporsi dell’azione violenta della criminalità mafiosa, che non accetta di vedere messi in discussione i propri affari. I militanti del Prc, i più determinati e generosi nella denuncia degli intrecci illegali e dei comitati d’affari, sono quelli che corrono i maggiori pericoli. Sarà utile fare una ricognizione delle intimidazioni registrate dagli attivisti del movimento antimafia, dalle imprese e dai cantieri delle opere pubbliche. Per capire bene il fenomeno in atto.
In questi giorni si è ricordato Pio La Torre- il 4 aprile a Comiso e il 15 a Valguarnera Caropepe (EN)- sia nel mondo dell’associazionismo che in quello dei partiti. Oggi che cosa direbbe Pio La Torre di quello che accade in Sicilia? Ci vorrebbero politici come lui?
Uno come La Torre sarebbe stato in prima fila contro il Muos di Niscemi, contro la crescente militarizzazione dell’isola, contro il governo Lombardo, e si sarebbe battuto per mettere ai margini i vari Lumia, Cracolici e Crocetta. Ci vorrebbero figure come quella di La Torre, per contrastare anche l’appiattimento e l’istituzionalizzazione che si registrano in alcuni settori dell’antimafia e dell’associazionismo.
I media ufficiali stanno dando spazio alla campagna elettorale della Sinistra?
L’editoria in Sicilia è controllata da una imprenditoria che ha superfici di contatto con la criminalità mafiosa, ma che è soprattutto interessata al rilancio dei processi di accumulazione legale/illegale. La Sinistra è penalizzata anche dai cosiddetti organi di informazione liberaldemocratici come Repubblica, in prima fila nel censurare il Prc e la Federazione della Sinistra. D’altronde, è risaputo che De Benedetti ha consistenti interessi economici, a partire dal settore dell’energia. Il partito di Repubblica si è schierato contro Lombardo, non per motivi nobili. Lo vedremo impegnato alacremente nei prossimi mesi per favorire, alle elezioni regionali, la formazione di una coalizione composta da Pd,Udc e Sel, sia pure allargata alle formazioni disponibili ad accettare la centralità di questa impostazione.
Pronostici per queste elezioni?
Io penso che il risultato più significativo da seguire sia quello di Palermo, dove l’alleanza tra Federazione della Sinistra, Verdi e Idv, con Orlando candidato sindaco, ha una connotazione di rottura del quadro politico dominante a Roma e nella Regione Sicilia. Dopo Napoli e Cagliari, può arrivare dal Sud, un segnale importante contro le mafie, contro l’ABC di Monti, contro la Bce e l’attuale inaccettabile modello di Europa dei banchieri. Ma sarà da seguire anche il risultato di quei comuni, da Agrigento a S. Cataldo, da Lipari a Paternò, da Barcellona a Castelvetrano, da Palagonia a Scicli, da Niscemi a Marsala, da Petralia S. ad Erice, da Trapani a S. Agata Li Battiati,dove si sono formate liste “bene comune “ e della Sinistra di alternativa, a partire dai programmi, al centrodestra, al centro e alle coalizioni di centrosinistra spurie.
A Messina 14 militanti del Prc hanno subito delle denunce per la manifestazione di solidarietà al movimento No Tav. Che cosa ne pensa?
Nell’attuale fase politico-economica il liberismo può affermare le sue scelte ed imporle in tempi rapidi consoni ai movimenti speculativi,dei mercati finanziari, solo accentuando la connotazione autoritaria delle istituzioni, da usare per reprimere qualsiasi opposizione ed espressione di conflitto sociale. Basti riflettere sulle misure adottate in Spagna, oltre alla approssimazione con cui alcuni settori della magistratura procedono contro il movimento no Tav.