“Constatiamo amaramente che il grande tema del lavoro e dei diritti è stato espunto, in maniera bi-partisan, dal dibattito pubblico della campagna elettorale, nonostante il fatto che per la gente comune sia questo il principale problema del tempo presente”. È quanto dichiara in una nota Carmelo Albanese, del Comitato politico regionale del Partito della Rifondazione Comunista”.
“Proprio oggi – continua Albanese – abbiamo partecipato alla manifestazione di studenti ed insegnanti che contestavano i continui tagli al comparto scuola. Ebbene, non abbiamo ascoltato un solo intervento che non affrontasse il tema della disoccupazione giovanile e delle prospettive di vita. Per l’ennesima, volta, insomma, la classe politica volta lo sguardo e preferisce continuare ad occuparsi di altre questioni, che siano tatticismi elettorali, insensati proclami rivoluzionari piuttosto che traversate a nuoto dello stretto di Messina, poco conta. All’opposto, noi vogliamo caratterizzarci come coalizione del lavoro e, non a caso, abbiamo scelto quale candidata alla Presidenza della Regione Siciliana Giovanna Marano, tra le maggiori dirigenti nazionali e regionali della Fiom-CGIL e protagonista delle più importanti vertenze operaie dell’isola”.
“In coerenza con questa scelta – conclude il dirigente di Rifondazione -, sabato 13 ottobre ad Assoro e Leonforte, assieme al Segretario nazionale del PRC Paolo Ferrero, avvieremo la campagna di raccolta firme a sostegno di due quesiti referendari: con il primo, proponiamo di abolire l’articolo 8 della manovra finanziaria del 2011 che prescrive, nei fatti, l’abolizione del contratto nazionale di lavoro, permettendo deroghe sui diritti fondamentali dei lavoratori (orario di lavoro e contratto in primo luogo); con il secondo, invece, vogliamo difendere la reiterata manomissione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori inserita nella riforma del ministro Fornero poiché siamo convinti che reintegrare nel posto di lavoro un lavoratore licenziato ingiustamente sia un principio di civiltà, la cui eventuale abolizione renderebbe tutti e tutte meno liberi/e nell’esigibilità di diritti sanciti dalla Costituzione”.
Da Dedalo del 12/10/2012